Genova – In Liguria si potrà portare il cane dal toelettatore per una “spuntatina” al pelo ma non si potrà andare dal parrucchiere. Si potranno – ma non è una novità – acquistare i giochi per il pelosetto a 4 zampe ma non per i bambini.
Sono alcune delle “stranezze” dei provvedimenti anti coronavirus imposti dal governo centrale e dalle nuove normative che verranno emanate dalla Regione Liguria e che diventeranno operative da lunedì 27 aprile.
Per motivazioni che appaiono decisamente curiose, infatti, le disposizioni anti coronavirus sembrano tenere in maggiore considerazione chi possiede un cane rispetto a chi ha un figlio anche se, a ben guardare, almeno sulla questione toelettatura-parrucchiere, un filo “logico” lo si riesce ad individuare.
Ma andiamo con ordine: dall’inizio dell’emergenza, nei supermercati di tutta la Liguria, si può trovare il reparto dei giochi per bambini chiuso con nastri e cartelli che avvisano che quel genere di prodotto, non rientrando tra i generi di prima necessità (???) non possono essere venduti.
Poco più in là, però, in genere tra gli scaffali del cibo per animali, si possono invece trovare i giochi per cani e gatti in libera vendita.
Una cosa che fa strabuzzare gli occhi a chiunque abbia il tempo per riflettere un pò mentre corre velocemente tra gli scaffali per fare la spesa il più in fretta possibile per evitare il contatto con altre persone e il conseguente rischio di contagio.
Ora cerchiamo di capire perché questi provvedimenti possono avere “un senso”, forse discutibile e pur lasciando l’amaro in bocca.
Per quanto concerne la vendita di giochi per animali e non per bambini occorre precisare che non è una scelta del supermercato ma una disposizione di legge collegata all’adozione dei “codici Ateco”, ovvero quella normativa che inserisce prodotti e attività in “settori”.
Per motivi che andrebbero indagati meglio, infatti, i giochi per cani e gatti sono inseriti in una tabella che risulta collegata ai beni di prima necessità mentre invece i giocattoli per i bambini non sono considerati “necessari”.
Per quanto riguarda toelettature aperte e parrucchieri chiusi, invece, sembra che a fare la differenza sia il tipo di “contatto” tra operatore e cliente.
Da lunedì chi possiede un cane potrà prenotare un servizio presso il suo toelettatore di fiducia.
L’animale potrà essere accompagnato al negozio ma il proprietario non potrà restare ma dovrà attendere in spazi adeguatamente separati e protetti oppure “ripassare” a lavoro ultimato.
Per i parrucchieri e barbieri, invece, non è ovviamente possibile ridurre al minimo il contatto tra operatore e cliente e sembra che l’uso di mascherine e di limitazioni ad un unico cliente per operatore non riduca abbastanza il pericolo di contagio.
Da domani, quindi, il divario di trattamento tra umani e cani troverà una nuova paradossale frontiera e l’impossibilità di tagliare i capelli o di avere trattamenti estetici continuerà ad alimentare il mercato fiorente dell’abusivismo e del lavoro in nero come più volte denunciato dalle associazioni di categoria.