Genova – La Liguria, il Piemonte e la Lombardia non dovrebbero riaprire perché non sono pronte alla mobilità interregionale.
E’ l’allarme lanciato dalla Fodanzione Gimbe attraverso il suo presidente, Nino Cartabellotta, che ha definito rischiosa l’ipotesi di riapertura dei confini regionali.
L’organizzazione indipendente senza scopo di lucro che dal 1996 si occupa di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche, ha ribadito il rischio dell’eventuale riapertura alla mobilità tra regioni, calendarizzata per il prossimo 3 giugno.
Secondo il comunicato che la stessa Gimbe ha diffuso, infatti, “le analisi post lockdown dimostrano che in queste tre regioni si rilevano la percentuale più elevata di tamponi diagnostici positivi e il maggior incremento di nuovi casi, a fronte di una limitata attitudine all’esecuzione di tamponi diagnostici”.
Insomma, pochi tamponi e numero elevato di nuovi casi.
Secondo le ricerche effettuate, i tamponi diagnostici positivi sono superiori alla media nazionale del 2,4% in cinque regioni: Lombardia (6%), Liguria (5,8), Piemonte (3,8), Puglia (3,7) ed Emilia-Romagna (2,7).
Ma è sulle prime tre regioni che si concentra l’attenzione vista l’incidenza di nuovi casi.
In Liguria, per ogni 100mila abitanti vengono effettuati 1.319 tamponi, dato di poco al dis sotto della media nazionale.
Ma a preoccupare è l’incidenza: ogni 100mila abitanti ci sono 76 nuovi casi, numero più che raddoppiato rispetto alla media nazionale di 32.
In Lombardia l’incidenza dei nuovi casi ogni 100mila abitanti è di 96 mentre in Piemonte è di 63.
Il governo regionale ligure, tuttavia, non sembra preoccuparsi dell’allarme.
Per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti “i dati del Ministero della salute dimostrano quanto diciamo noi da giorni: c’è un trend positivo in Liguria per tutti gli indicatori, senza segnali di allarme”.
Per il governatore l’indice di contagio R(t), “calcolato con diverse metodologie sia da Regione, sia dall’Istituto Superiore di Sanità è compreso tra 0,41 e 0,58. Questi sono i fatti. Agli altri lasciamo l’allarmismo, il terrorismo, le gufate e il tifo politico che acceca a tal punto da sperare che le cose vadano male. Ci dispiace per voi. Qui siamo ripartiti, in sicurezza e andremo avanti così, senza mai abbassare la guardia”.
Domani il ministro della Salute Roberto Speranza valuterà il monitoraggio dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità che saranno fondamentali a proposito della riapertura delle regioni.
Tra le ipotesi paventate sembra possa essere presa in considerazione quella di mantenere ancora limitazioni in Liguria, Piemonte e Lombardia, consentendo la mobilità tra le tre.