Genova – Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi, nel periodo di lockdown e il difficile ritorno ad una completa normalità, produce un effetto a valanga sull’agroalimentare di qualità, per la riduzione degli acquisti in cibi e bevande, dal momento che i consumi extradomestici per colazioni, pranzi e cene fuori casa si sono ridotti, a livello nazionale, del 40%.
Una riduzione dell’attività che pesa anche sulle produzioni agroalimentari Made in Liguria, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta e verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano, da sempre, nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
E’ quanto afferma Coldiretti Liguria, in base all’analisi della Coldiretti, nel commentare le dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova sul fatto che “stiamo lavorando per cercare di mettere insieme vari ministeri e individuare misure che diano sostegno a strutture che acquistano Made in Italy”.
“La spesa alimentare fuori casa prima dell’emergenza coronavirus –affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – era pari al 35% del totale dei consumi a tavola degli italiani. Per alcuni settori, come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta, anche in Liguria, uno dei principali canali di commercializzazione, ed è quindi fondamentale, per far ripartire l’economia regionale, che ogni attività torni su un percorso di crescita. In Liguria si sta assistendo ad un tentativo di ripresa, anche grazie alla macchina del turismo che, non senza difficoltà, si sta rimettendo in moto, spinta senza dubbio dalle bellezze paesaggistiche della nostra regione e dalle peculiarità enogastronomiche. Per sostenere il lavoro dei nostri imprenditori agricoli ed ittici, anche in questi difficili momenti, è sempre bene scegliere di consumare, dentro e fuori casa, le eccellenze del territorio a km0, tracciabili, garantite e prodotte nel rispetto dell’ambiente.”