Genova – “Ancora una volta vergogna, ma tanta”. Non si è fatta attendere la risposta del Comitato dei familiari delle vittime di Ponte Morandi alla lettera inviata da Autostrade per l’Italia al Ministero delle Infrastrutture sul presunto “grave difetto di costruzione” che, secondo i periti di parte, sarebbe alla base del crollo che ha ucciso 43 persone quel tragico 14 agosto del 2018.
“Arriva la letterina di ASPI per cercare di intenerire il governo sui presunti difetti costruttivi del ponte Morandi, che a loro dire sarebbero causa del crollo – scrive Egle Possetti, portavoce del Comitato – guarda caso mentre stanno emergendo molti elementi dal dibattito in sede peritale, ASPI con il supporto dei suoi consulenti tecnici di parte vuole mettere i puntini sulle “i”, individuando in autonomia le cause del crollo, e facendo filtrare ai giornali le sue teorie”.
Il Comitato sottolinea l’anomalia della situazione, con informazioni che giungono alla Stampa prima che sia la perizia del Tribunale a stabilire la verità.
“E’ importante però ricordare – scrive il Comitato – che la risposta sulle cause del crollo deve pervenire solo dagli esiti dell’incidente probatorio con le deduzioni finali dei periti (che non sono i consulenti tecnici di parte), certo anche noi potremmo dare ora ai giornali le nostre valutazioni di parte, ma sarebbe scorretto nei riguardi del lavoro dei periti che non hanno ancora consegnato le loro conclusioni. Noi abbiamo il coraggio della verità, non ricorriamo ad espedienti!”.
Il comitato non risparmia un affondo sulla situazione, sempre più precaria, della concessionaria del tratto autostradale su cui è avvenuta la tragedia.
“Ancora una volta vergogna, ma tanta – scrive Egle Possetti a nome del Comitato – penso che forse l’acqua si stia alzando ed inizi a mancare il respiro. In questi casi si può anche iniziare ad urlare a pieni polmoni qualcosa di non dimostrato, vedremo se la verità riuscirà a trionfare o ci sarà posto ancora una volta solo per la vergogna in questo paese”.
Un ultimo “invito” arriva poi per le Istituzioni
“Occorre determinazione anche da parte delle istituzioni che devono dare un taglio a questo balletto – denuncia il Comitato – Un po’ di tristezza, ma da qui ancora più energia e determinazione ad andare avanti”.