Pietra Ligure – La chiusura del centro nascite dell’ospedale Santa Corona non sarà temporanea ma definitiva. Ne sono convinti molti dei firmatari della petizione inviata al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ha deciso il provvedimento, al momento solo temporaneo.
“La chiusura temporanea del Punto nascite al Santa Corona rischia di diventare l’ennesimo scippo al Ponente di un servizio sanitario essenziale – denuncia Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale di Albenga – La chiusura temporanea, per molti, significa chiusura definitiva, per alcuni invece è il primo passo, voluto e programmato, per la chiusura definitiva. La Regione, con questa scelta, priva il Ponente, le donne, le famiglie, di un diritto essenziale, e di sicuro non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro”.
Un provvedimento contestato duramente dai residenti dell’intera zona attualmente servita dal Punto Nascite dell’ospedale Santa Corona e che temono che la chiusura definitiva possa creare un serio problema a chi avrà in futuro dei figli.
“Del resto Brunello Brunetto, consigliere regionale della Lega, presidente della Commissione Sanità – scrive ancora Ciangherotti – aveva già chiara la decisione della Regione sin da inizio estate, quando, ancora direttore del Dipartimento di emergenza-urgenza di Asl2, in un’accesa riunione di coordinamento, aveva già preannunciato la chiusura del punto nascite di Santa Corona”.
Ciangherotti accusa il consigliere leghista di aver accettato la “chiusura temporanea del Punto nascite”.
“Sa benissimo – spiega ancora il consigliere comunale – che il Santa Corona, con la sua professionalità e il suo personale, faceva luce e metteva in ombra Savona. Il Covid, insomma, non c’entra nulla. La realtà è che l’Asl2 non è stata in grado, in questi mesi, di mettere a punto strategie per avere nuovi ginecologi da mettere in pianta organica e si usa il Punto nascite del Santa Corona come il Punto di Primo intervento di Albenga: un serbatoio per avere il personale in organico che non viene più assunto ma trasferito”.
Secondo Ciangherotti: “il territorio viene privato e perde un diritto fondamentale per la salute delle donne: quello di poter affrontare con serenità e sicurezza la gravidanza e la nascita di una nuova vita nel proprio territorio. Ci sono più di 20mila donne, nei vari paesi dell’entroterra di Ponente, che non hanno più un reparto e un servizio di ginecologia e ostetricia degni di tale nome, che possano garantire la sicurezza e la tranquillità per gravidanza e parto. Le donne incinte non possono più avere emergenza, perché diversamente, per raggiungere il punto nascita più vicino, si devono fare fino a cinquanta chilometri, con strade strette e tortuose, pericolosissime in caso di pioggia”.
Da Stellanello a Savona, in ambulanza, occorre un viaggio di circa un’ora e in caso di emergenze si rischia davvero grosso.
Ciangherotti prevede anche che questa chiusura sia solo un primo passo verso ben altre scelte potenzialmente catastrofiche per il territorio.
“Il passo successivo alla chiusura del Punto nascite – spiega – sarà la chiusura e soppressione del Dea di Secondo livello al Santa Corona. Per il bene delle donne, per il bene dei bambini che devono nascere, presenterò un esposto perché si faccia luce su questa criticità che mette a rischio la salute delle donne e dei bambini non ancora nati e, più in generale, di tutte le persone del Ponente”.