ospedale San Martino Genova

Genova – Sale a 4 il numero degli esposti presentati alla Magistratura per decessi avvenuti nel reparto di Pneumologia dell’ospedale San Martino dopo la scoperta di un focolaio di coronavirus e dove una infermiera avrebbe rifiutato il vaccino.
La famiglia di Giobatta Gentile, deceduto a 92 anni di coronavirus nei giorni scorsi, dopo il ricovero nel padiglione Maragliano, ha presentato al magistrato che indaga sulla morte di altre tre persone, un esposto che chiede di accertare se vi siano responsabilità nella morte dell’anziano che è stato ricoverato al Maragliano dal 21 febbraio al quattro marzo con test negativo di ingresso e poi, subito dopo il trasferimento nella RSA dove era ospitato, ha presentato sintomi riconducibili all’infezione ed è morto pochi giorni dopo il ricovero nel reparto covide del San Martino.
La magistratura dovrà accertare se vi siano collegamenti tra la morte dell’anziano e quanto avvenuto nel reparto dove sarebbe stata nota la posizione non vax dell’infermiera e dove altri due componenti del personale sanitario sono risultati positivi dopo la prima dose di vaccino, continuando a lavorare nel reparto e dove diversi pazienti sono stati trovati positivi dopo essere stati ricoverati senza alcun segno del virus.

Il pm ha già aperto un fascicolo con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo per la morte di Giulio Macciò, 79 anni e sta valutando la vicenda di altri due decessi che, secondo i familiari, sarebbero avvenuti in conseguenza del focolaio di covid nell’ospedale.

Intanto il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, ha ribadito la necessità di una normativa che obblighi legalmente il personale che opera negli ospedali al vaccino ma ha anche ricordato che i datori di lavoro sono sanzionabili se non spostano, ove possibile, i dipendenti no vax ad altre mansioni.
Non è in discussione la libertà di scelta ma la tutela delle altre persone con le quali si viene in contatto in condizioni che non garantiscono la massima sicurezza possibile e auspicabile.