Genova – Chiedono più telefonate, celle aperte e possibilità di adeguamento per i detenuti mussulmani durante il Ramadan, per questo i detenuti del carcere di Marassi ieri sera hanno iniziato una protesta rumorosa sbattendo ferraglie contro le sbarre delle finestre.
Un rumore che ha coinvolto quasi tutti i detenuti della seconda sezione, circa duecento persone, che per circa mezz’ora hanno picchiato contro le inferriate facendosi sentire in tutta la zona.
A dare notizia della protesta è il SAPPe, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria che ha definito la protesta di massa “stile anni ’80” annunciata.
Il sindacato spiega: “La protesta è durata circa una trentina di minuti richiamando in servizio la maggior parte del personale disponibile. Dalle prime indiscrezioni trapelate, a scatenarla è stata la richiesta di ottenere più telefonate, celle aperte e l’adeguamento per i detenuti di fede mussulmana durante la fase del Ramadan”.
Ma per il sindacato, la protesta evidenzia la necessità di aumentare l’organico del personale e di adottare una nuova politica della sua gestione.
“Le proteste sono sempre preannunciate – aggiunge il segretario Michele Lorenzo – Per questo bisogna essere sempre pronti ad arginarle ma non si può continuare a gestire un carcere di grosse dimensioni come quello di Marassi con pochi agenti e con un direttore e un comandante che non hanno la titolarità dell’istituto”.