Genova – Un grosso frammento di cemento caduto sul marciapiede di fronte al civico 52 di via delle Gavette. Nuovo allarme tra i residenti di via delle Gavette, nella zona sottostante il viadotto Bisagno dell’autostrada A12 Genova – Livorno. Secondo il comitato che da tempo denuncia problemi alla struttura, con caduta di oggetti e parti del ponte, si tratta di un altro frammento precipitato dalla struttura soprastante.
La zona della presunta caduta è interdetta al traffico e l’episodio risalirebbe alla notte tra il 27 e il 28 maggio quando, secondo una nota diffusa da Autostrade, sarebbe stato eseguito un intervento di ripristino della sicurezza per sostituire alcuni new jersey in cemento lesionati a causa di un incidente di cui, però, non ci sarebbe traccia.
Chi ha provocato l’incidente, insomma, si sarebbe allontanato senza segnalare l’impatto.
Autostrade ha preso visione del frammento ed esclude che si tratti di un pezzo del ponte o di cemento proveniente dalle lavorazioni fatte ma ha comunque offerto ai residenti la massima disponibilità alle verifiche e a rafforzare ancora di più le precauzioni adottate durante le lavorazioni sul ponte.
Da anni il Comitato di via delle Gavette denuncia la caduta di oggetti di varia natura dal viadotto. Frammenti vari ma anche pezzi di metallo e cemento che, cadendo da decine e decine di metri di altezza, possono trasformarsi in vere e proprie “armi” in grado di ferire in modo grave o peggio.
Ecco il testo completo della nota di Autostrade:
Nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi, sul viadotto Bisagno sono stati eseguiti lavori di ripristino a seguito del riscontro del danneggiamento di alcune barriere di sicurezza new jersey, con urto non segnalato. La sostituzione è avvenuta in orario notturno e, per garantire la necessaria protezione dell’area, durante gli interventi di sostituzione degli elementi new jersey il personale di ASPI è rimasto attivo in supporto alla polizia municipale per la chiusura della sottostante via delle Gavette, presidiando la zona dalle 21.00 alle 5.00. La mattina successiva ai lavori, la Direzione di Tronco di Genova è stata contattata con la segnalazione di una porzione di cemento trovata sul marciapiede di fronte al civico 52, tra le aree quindi opportunamente e preventivamente interdette al traffico notturno.
Dalle verifiche successive non è stato possibile confermare la dinamica del distacco segnalato, né dagli approfondimenti con i tecnici impiegati nei lavori durante la notte che non hanno dato riscontrato rumori o cadute durante l’intervento programmato. In ogni caso, nello spirito di massima collaborazione con il Territorio, e a conferma della piena attenzione ai residenti dell’area del Bisagno, i tecnici della Direzione di Tronco hanno contattato i rappresentanti del Comitato, rassicurandoli circa la massima disponibilità a implementare ulteriormente le misure di sicurezza preventive, per eventuali futuri interventi simili a quello concluso.
“Prima di un evitabile incidente – scrive Gianni Pastorino (Linea Condivisa) – salvaguardiamo le persone che vivono sotto il viadotto Valbisagno”.
Il Comitato abitanti sotto il viadotto Bisagno ha scritto una lettera accorata al ministro Enrico Giovannini, ai viceministri Teresa Bellanova e Alessandro Morelli, al sottosegretario Giovanni Carlo Cancelleri, al sindaco di Genova Marco Bucci, all’assessore del Comune di Genova Pietro Piciocchi, all’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Raul Giampedrone e al presidente di Municipio Roberto D’Avolio , rappresentanti di istituzioni nazionali, regionali e comunali.
Nella lettera si riporta il grave episodio avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2021, ovvero la caduta di un pezzo di new jersey di cemento, pesante 414 gr. e caduto per 70 metri. Per precisione, per quell’intera notte, sono stati sollevati con le gru, a 70 metri d’altezza, sopra i palazzi sotto il ponte, dei pezzi di cemento di circa 4 mila kilogrammi l’uno. È doveroso ricordare che in quel tratto di strada, che era stato chiuso al transito, hanno l’accesso a porte, portoni e giardini di diversi civici.
“Da questa situazione, che è l’ennesimo increscioso episodio, appaiono evidenti due fatti: da una parte, nonostante tutte le prescrizioni, Aspi non è in grado di garantire la sicurezza sotto il ponte, perché da quella struttura, negli anni, è caduto di tutto, dall’altra che il viadotto della Valbisagno è entrato in manutenzione per effetto di quanto successo al ponte Morandi e per la forte pressione dell’opinione civile”, spiega il capogruppo di Linea condivisa Gianni Pastorino. “Per questo – prosegue Pastorino – si sono tenuti finalmente i controlli sulla pericolosità del ponte e si è valutata l’importanza di intervenire. La verità, per quanto rifiutata da chi governa il Paese, la Regione e il Comune di Genova è in realtà molto semplice: sotto strutture del genere non ci possono essere case”.
“Quanto è successo il 14 agosto 2018 avrebbe dovuto risvegliare la coscienza civile, non solo delle persone ma anche di chi governa, perché se il viadotto Morandi fosse collassato sulle case, oggi saremmo qui a ricordare, purtroppo, molte più delle 43 vittime”, incalza il consigliere regionale Gianni Pastorino.
Le strutture autostradali della Liguria sono datate, il viadotto Bisagno ha la stessa età del ponte Morandi (anni ’60), e per quanto di diversa costruzione, è stato sottoposto ad un’usura violenta che ne ha determinato la necessità, su richiesta delle persone, di urgenti interventi di manutenzione.
“La verità è che nessuno vuole assumersi la responsabilità di spostare i residenti di via delle Gavette, dal Governo alla Regione, passando per il Comune, per non creare un precedente che metterebbe in difficoltà chi gestisce quel tratto autostradale”, continua Pastorino.
“Ma questa “attenzione” nei confronti di Aspi non preclude la verità – rimarca Pastorino – con il rischio che prima o poi ci troveremo di fronte ad un incidente che potrebbe essere assolutamente evitato. Siamo dalla parte del comitato dei cittadini che giustamente rivendica il diritto alla sicurezza, che prevede uno spostamento di abitazioni a carico di chi gestisce le autostrade e degli enti pubblici, e che giustamente rifiuta una monetizzazione di questo inalienabile diritto”, chiosa il consigliere.