Genova – “La class action di Sansa è una sparata propagandistica”. Così il gruppo del consiglio regionale “Cambiamo”, che fa riferimento al presidente Giovanni Toti, commenta la notizia dell’avvio di una azione legale di gruppo contro Autostrade.

“È notizia di oggi (ieri per chi legge) che il consigliere di minoranza, ed ex candidato alla guida della nostra regione, Ferruccio Sansa, ha dato vita a una class action contro Autrostrade, per i disagi causati in questi anni, dal crollo del Morandi in poi. – dichiarano i consiglieri di Cambiamo! in Regione Liguria – L’idea è sicuramente strampalata e distaccata dalla realtà, ma ci preme anche di ricordare al consigliere Sansa che la Regione Liguria nulla può in merito e non deve venire tirata per la giacchetta in mezzo a questioni delicatissime che però non la vedono parte in causa come, invece, il buon Ferruccio millanta quando tenta di addossare le colpe dell’attuale situazione a questa Giunta
Regionale, affermando: ‘la risposta di Autostrade e della Regione è assolutamente insufficiente’.
Secondo i consiglieri del gruppo Cambiamo, Sansa cercherebbe “una inutile polemica pretestuosa per sparare una proposta totalmente velleitaria e propagandistica”.

“Sì, perché anche il buon Sansa lo sa che questa ‘sparata’ a nulla serve e nessuno risarcirà. – proseguono i consiglieri arancioni – È solo il tentativo maldestro e sbilenco di gettare un sasso nello stagno della notorietà per far vedere al mondo che c’è anche lui; in perenne difficoltà e in costante ricerca di quella visibilità che un amministratore dovrebbe senza dubbio mettere da parte in un momento storico di grande difficoltà come quello attuale. L’uscita di Sansa, peraltro, non tiene minimamente conto delle basilari nozioni del diritto”.

Secondo il gruppo Cambiamo il risarcimento chiesto per i Liguri non può essere “erogato a caso senza conoscere se la persona ha realmente avuto dei danni, senza sapere se il danno ricevuto sia in qualche modo dimostrabile (come la legge esige di sapere) e senza essere minimamente in grado di ricostruirne la reale entità”.

“In questo modo chiunque può avanzare una richiesta – spiegano i consiglieri – non suffragata da prove tangibili, e far diventare un tema serissimo da affrontare nelle sedi opportune, una fonte di reddito, peraltro declinando il tutto in un contesto giuridico da Bar Sport”