Genova – Stupore, energia e fermezza.

Se si dovesse riassumere il concerto di Margherita Vicario che ieri sera si è svolto all’Arena del Mare di Genova, questi tre aggettivi sarebbero i più calzanti.

Stupore per la bravura e la presenza che Margherita sa portare sul palco, lo stesso stupore che si legge nei suoi occhi quando il pubblico canta, balla, la cerca e dialoga, partecipando allo spettacolo.

Energia perché la cantautrice è incontenibile sul palco coi suoi salti, le giravolte e le interpretazioni.

Fermezza perché Margherita Vicario ci ha abituati bene con le sue canzoni, raccontando con pungente ironia e apparente leggerezza le realtà scomode della nostra società e della vita di tutti i giorni.

La serata del Goa Boa Festival, che in questa settimana ha trovato casa al Porto Antico, è iniziata con gli Iside.

La band bergamasca ha proposto i brani del suo ultimo lavoro in studio, Anatomia Cristallo, in cui sperimenta la contaminazione tra generi e suoni muovendosi tra il pop, il rock e la trap.

Il tempo di un cambio palco e tocca a Bais, pseudonimo di Luca Zambelli, classe 1993, che sale sul palco accompagnato da Mattia Salvadori alla tromba.

Malinconia e sincerità sono il leitmotiv dei brani del cantautore milanese; il sostegno del pubblico non manca e le mani della platea diventano le percussioni che accompagnano Luca durante la sua performance.

Si spengono ancora una volta le luci e mentre i tecnici preparano la scena, cresce la voglia di vedere sul palco Margherita Vicario.

Il Bingo Tour non poteva non partire con un’estrazione ed è la cantante Micol Touadi, salita sul palco insieme ai musicisti, ad annunciare la sequenza vincente.

Pochi minuti e il boato del pubblico accoglie in scena Margherita Vicario.

Emozionata, Margherita saluta il pubblico con un grande sorriso per poi lanciarsi subito a ballare e cantare sulle note di Bingo, e non poteva essere altrimenti.

Orango Tango, Romeo, Mandela, Troppi preti troppe suore, Dna, i brani del disco uscito alcune settimane fa, si alternano alle canzoni del primo lavoro in studio, Minimal Musical, come Castagne, Per un bacio, La matrona.

Non sono mancate le dediche: Pincio, dedicata a una ragazza “incintissima che mi ha scritto”; Come noi, con un pensiero ai tragici fatti del G8 di Genova di 20 anni fa.

Abauè fa cantare il pubblico e Margherita si trasforma in una direttrice perfetta mentre alterna le voci prima di concludere il concerto con una consuetudine: Nota Bene.

“Questa è l’ultima canzone – racconta mentre si sistema alla tastiera – ogni concerto lo chiudo così perché metti che poi mi mette sotto un tram e non l’ho fatta, poi mi spiace”.

Un altro inchino che risponde a un rumoroso applauso: serve l’ironia e la forza che Margherita Vicario ha nel raccontare la vita, anche quando la deriva è scomoda.

Poi le luci si spengono: “Grazie Genova, che concerto che ci siamo fatti”.