Genova – Maltrattava il padre 93enne da tempo, dopo aver perso il lavoro, la moglie ed essere diventato schiavo dell’alcol. La polizia ha scoperto una situazione di grave maltrattamento di un anziano pensionato che, a Sestri Ponente, manteneva il figlio ultra 60enne che ha perso moglie e lavoro e da tempo era dedito all’abuso di alcol. Una cura però non ricambiata visto che l’anziano veniva spesso maltrattato e picchiato proprio dal figlio che manteneva.
La Polizia di Stato di Genova ha eseguito, nei confronti di un sessantenne genovese, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con l’ulteriore prescrizione del divieto di avvicinamento al padre 93enne.
La storia dell’anziano abitante a Sestri Ponente è legata indissolubilmente a quella del figlio, il quale, da quando si è separato dalla moglie circa 10 anni orsono, è andato a vivere con il padre, non lavora, ha problemi di depressione ed abusa abitualmente di alcool.
L’uomo vive esclusivamente della pensione del padre e quando beve, praticamente tutte le sere, torna a casa privo di ogni freno inibitorio, insulta pesantemente il genitore, gli augura la morte, diventa violento e in più di un’occasione gli mette le mani al collo e lo spinge contro il mobilio, rompe suppellettili e talvolta gliele lancia addosso per dare maggior peso alla sue minacce.
L’anziano è un uomo molto magro che cammina con equilibrio precario appoggiandosi ad un bastone, ma, per far mangiare entrambi, nonostante vivano in un condominio senza ascensore, va da solo a fare la spesa. Spesso la sera, quando il figlio è nervoso, si rifugia nella pizzeria che è al pian terreno dello stabile e sta lì per qualche ora scambiando qualche parola con il titolare o con gli avventori nella speranza che il figlio in casa si calmi, ma non è sempre così.
Nonostante i soprusi subiti per anni non denuncia il figlio sino a che un pomeriggio decide di presentarsi al Commissariato Sestri per poter parlare con un poliziotto che conosce, che però in quel momento non è in servizio. Gli operatori vedendolo confuso e in difficoltà gli chiedono il nome e scoprono che al suo indirizzo sono stati effettuati diversi interventi da parte delle Forze dell’Ordine. Il personale specializzato nella trattazione dei reati del “Codice Rosso”, capisce che la situazione va assolutamente approfondita e con delicatezza gli vengono rivolte alcune domande sulla situazione familiare, cui l’uomo risponde dapprima titubante, poi, una volta rinfrancato, racconta sempre più apertamente, tra una espressione in dialetto e l’altra, anni di vita ed un quadro attuale preoccupante.
Dopo aver preso la denuncia, i poliziotti acquisiscono i referti medici e la documentazione degli interventi effettuati dalle Forze dell’Ordine, anche se molti di questi sono “negativi” poiché il figlio si rende particolarmente credibile agli operatori raccontando di come lui assista l’anziano padre il quale soffrirebbe di grave demenza senile.
Viene accertato che tutte le volte nelle quali l’anziano ha avuto accesso al Pronto Soccorso degli ospedali della zona non ha mai riferito ai medici di essere vittima di aggressione da parte del figlio. Da verifiche ulteriori presso il Tribunale i poliziotti scoprono che il figlio è stato in passato denunciato dalla ex moglie per maltrattamenti nei suoi confronti e in quelli delle figlie.
La corposa documentazione inviata all’Autorità Giudiziaria ha come riscontro l’emissione della misura cautelare che è stata immediatamente eseguita e l’anziano è stato messo in sicurezza: a causa del suo stato di forte debilitazione si trova attualmente ricoverato in ospedale. Una volta dimesso si metterà in moto la macchina dell’assistenza, anche grazie all’interessamento di alcuni familiari, che erano all’oscuro delle condizioni dell’uomo e che si sono resi disponibili.