Il numero dei nuovi contagi aumenta in modo costante e resta alta la percentuale di No Vax e la Liguria rischia di finire in zona Gialla nel periodo di Natale nonostante la forte campagna vaccinale in corso. Il numero dei nuovi ricoverati, al 90% persone non vaccinate, influisce pesantemente sui dati che possono far scattare le restrizioni in tempi relativamente rapidi.
Anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ammette il rischio e pur annunciando la zona Bianca anche per la prossima settimana, non esclude che la situazione possa peggiorare in quelle successive.
“Regione Liguria resta in zona bianca per la prossima settimana e fino al prossimo monitoraggio – ha spiegato Toti – ma non mi faccio illusioni sulla possibilità di rimanere bianchi per l’intero periodo natalizio. Il parametro che ci tiene ancora in zona bianca è quello degli ospedalizzati in area medica in generale, ma l’afflusso nei nostri ospedali è piuttosto importante infatti nelle ultime ore supera i 30 pazienti al giorno su base regionale quindi anche di fronte a una capacità di cura importante dei nostri professionisti e a un turn over che cerchiamo di tenere sotto controllo, è possibile che nel prossimo report Regione Liguria, come altre, possa transitare in una fase di zona gialla che, sulla base di quanto stabilito dal ministero lo scorso 6 dicembre, non cambia comunque le nostre abitudini in quanto prevede solo la mascherina all’aperto”.
Il presidente Toti ha ricordato la partenza, la prossima settimana, delle vaccinazioni pediatriche dai 5 agli 11 anni e l’incontro previsto giovedì prossimo all’Istituto Gaslini con gli specialisti che risponderanno alle domande delle famiglie.
Il numero dei genitori perplessi sul vaccino ai propri figli, specie quelli molto piccoli, è importante e molti sono anche quelli che non capiscono perché si debba far correre un rischio esiguo ma presente ad un bambino quando migliaia di persone sane e senza alcun problema rifiutano categoricamente di vaccinarsi per motivazioni prive di fondamento scientifico.
La sensazione che si cerchi un serbatoio “alternativo” per raggiungere quote di vaccinati diversamente non raggiungibili è forte e spingerà molti genitori a non vaccinare i bambini più piccoli.
A ribadire l’importanza della vaccinazione nelle persone adulte e anziane è anche il direttore generale di Alisa, Filippo Ansaldi
“Nella fascia di popolazione più anziana – spiega – dove la copertura vaccinale è più elevata l’incidenza è aumentata in modo modesto, sottolineando la grande efficacia del vaccino. I tassi di copertura vaccinale hanno raggiunto valori importanti per le prime dosi e nelle ultime settimane osserviamo un incremento importante anche di terze dosi nelle fasce dei soggetti più fragili, dove rispetto a due settimane fa siamo cresciuti di oltre il 16%”.
Una situazione che, però presenta anche delle ombre.
“Continua l’ascesa dell’incidenza, seppur con una accelerazione leggermente diminuita – spiega ancora Ansaldi – L’incidenza nelle diverse province è abbastanza simile, con un’elevata circolazione nella provincia di Imperia che risente dell’’impatto della circolazione del virus, in particolare nel Dipartimento della Costa Azzurra. Il driver di questa quarta ondata è rappresentato dalla fascia pediatrica, sia nella fascia 6-12 anni sia nella fascia 13-19 anni, caratterizzate da un’incidenza decisamente più elevata”.
Anche Matteo Bassetti, responsabile del Dipartimento regionale Interaziendale di Malattie Infettive e direttore della Clinica di Malattie Infettive del San Martino punta il dito contro chi continua a rifiutare il vaccino pur non avendo particolari problemi di salute.
“Purtroppo – spiega Bassetti – continuiamo invece a ricoverare pazienti che, deliberatamente, hanno scelto di non vaccinarsi. Solo in questa settimana abbiamo avuto 10 accessi di soggetti tra i 50 e 60 anni, oltre ad alcuni accessi di soggetti più avanti con l’età; una signora di novant’anni e, ieri, un signore di cento anni, entrambi non vaccinati. Questo significa che abbiamo ancora una forte spinta e pressione da parte dei soggetti non vaccinati, che rappresentano oggi, per noi, la forma più grave di assistenza, in quanto richiedono grande lavoro. La situazione è, in questo momento, di numerosi posti letto disponibili e di elevato turnover, ma i casi gravi che abbiamo in ospedale, i 7 pazienti in terapia intensiva ai quali si sommano quelli del reparto di Malattie Infettive, riguardano soggetti non vaccinati.
“È stata una settimana molto difficile – ha spiegato Bassetti – non solo per le Malattie Infettive ma, in generale, anche per l’area metropolitana di Genova e per l’Ospedale Policlinico San Martino. Ci troviamo in questo momento, a livello di ricoveri, in piena quarta ondata. Siamo molto vicini al picco, essendo anche un po’ stanchi: il personale sanitario e quello delle Malattie Infettive è ormai da 22 mesi continuativamente coinvolto nella gestione del Covid, che avremmo sperato di poter vedere meno rappresentato grazie alle vaccinazioni. Abbiamo continuato, anche questa settimana, ad utilizzare molto gli anticorpi monoclonali. Li utilizziamo non solo per evitare che soggetti al di fuori dell’ospedale necessitino di essere ricoverati, ma anche nei soggetti già ricoverati. Ricordiamo che oggi i monoclonali sono approvati non solo per prevenire il ricovero in ospedale, ma anche per l’utilizzo in chi ha già forme più impegnative della malattia”.