Chiavari – Arriveranno al massimo a febbraio i risultati dei test condotti dai tecnici genetisti sui campioni da valutare per scoprire il responsabile dell’omicidio di Nada Cella, la ragazza di 24 anni trovata morta nello studio del commercialista dove lavorava. Un tempo lunghissimo che gli esperti giustificano con la delicatezza delle indagini e con il tempo passato dall’omicidio.
I frammenti di DNA che vengono ricercati su diversi oggetti riconducibili all’omicidio devono essere analizzati e verificati con estrema attenzione perché, molto probabilmente, rappresentano l’ultima vera occasione per inchiodare l’assassino.
Tempistiche dilatate che, però, potrebbero anche evidenziare una “difficoltà” nel collegare l’attuale indagata, già sottoposta ad indagini 25 anni fa e poi prosciolta, a elementi di fatto e dunque a prove.
Lo confermerebbe anche il nuovo appello lanciato dalla famiglia di Nada Cella che chiede ancora che le persone che sanno qualcosa parlino o forniscano elementi utili a ritrovare le persone di cui si parla nelle telefonate di una presunta testimone.
Telefonate che parlano di una donna, l’indagata, che si sarebbe trovata nei pressi del luogo del delitto, “sporca” ed avrebbe nascosto diverse cose nel motorino per poi allontanarsi senza salutare pur essendo stata riconosciuta.
Telefonate diffuse in parte dalle forze dell’ordine proprio per far fare un passo avanti ad eventuali testimoni che, però, non si sono ancora palesati.
Nelle prossime settimane sarà evidente se i tempi dilatati delle analisi condurranno ad un colpo di scena o se, invece, confermeranno le difficoltà incontrate.