Genova – Ancora fiamme e ancora momenti di paura, sulle alture di Quinto, per l’incendio che è tornato a bruciare la macchia mediterranea sul monte Moro e le migliaia di alberelli piantati dai volontari nei mesi scorsi.
Le fiamme si sono pericolosamente avvicinate alle abitazioni a più riprese e vigili del fuoco e volontari della protezione civile sono rimasti sul posto per tutta la notte.
La situazione è monitorata dall’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone, attraverso la Sala Operativa della Protezione Civile di Regione Liguria, in contatto anche con la Polizia Stradale qualora le fiamme si avvicinassero all’autostrada.
Si valuta l’uso dei mezzi aerei appena farà giorno e i canadair e gli elicotteri potranno tornare a volare.
Sembra ormai accertato che le fiamme siano di origine dolosa e divampano anche le polemiche per un impianto anti incendio che era stato iniziato e mai ultimato e che avrebbe certamente ridotto i danni in queste due notti di roghi scatenati da piromani.
I Cittadini chiedono anche come mai non si sia ancora pensato a rafforzare i controlli nei periodi nei quali forte vento e secco garantiscono le “migliori” condizioni per i piromani.
Telecamere termiche in grado di individuare immediatamente gli incendi, anche di piccole dimensioni, pattuglie delle forze dell’ordine lungo le strade di accesso ai monti interessati dagli incendi e telecamere di sorveglianza in grado di registrare le targhe delle auto di passaggio e molto probabilmente usate dai piromani.