Genova – Ancora emergenza cinghiali, nella notte, per le strade della città. Ancora una volta le famigliole di ungulati hanno scelto le vie di Albaro, nel levante genovese, per le loro scorribande, con rischi per automobilisti e motociclisti in transito.
La polizia locale li ha segnalato la loro presenza in via Cavallotti e in via Caprera intorno alle 1,40 e in via Giordano Bruno poco prima delle 2.
Al momento non si ha notizia di nuovi interventi di cattura ma nei giorni scorsi lo speciale team costituito per affrontare l’emergenza ha effettuato un blitz in via Piave, dove un gruppo di cinghiali era stato rinchiuso nel parcheggio di una residenza per anziani e poi prelevato con le gabbie di metallo e ieri il blitz al parco dell’Acquasola dopo una notte passata ad inseguire i cinghiali nella zona di Castelletto.
Nel parco 6 esemplari (una mamma e cinque cuccioloni) sono stati narcotizzati con qualche difficoltà e poi trasportati via nelle gabbie in metallo.
Proseguono intanto le proteste degli ambientalisti che chiedono notizie sulle sorti dei cinghiali catturati e che vengano adottati interventi che non prevedono l’abbattimento degli animali.
Una strada complessa visto che le normative proibiscono che gli animali vengano rilasciati nei boschi e dispongono per il trasferimento in zone di allenamento per cani da caccia. Una fine forse meno auspicabile rispetto all’essere addormentati e uccisi con una dose massiccia di anestetico.
Polemiche anche per i costi delle operazioni di cattura e smaltimento delle carcasse. Ogni cinghiale sembra costi sino a 500 euro alla collettività.
Gli animali vanno catturati e soppressi e dopo gli accertamenti sull’eventuale contagio da peste suina, le carcasse devono essere smaltite in speciali inceneritori abilitati.
Gli ambientalisti continuano a suggerire, invece, che gli enti preposti provvedano alla sterilizzazione anche con farmaci anti-fecondativi distribuiti nei periodi nei quali avvengono gli accoppiamenti.