La Spezia – Sono state ultimate le operazioni di sbarco delle 336 persone, tra cui 52 donne e 80 minori, tratti in salvo a bordo della Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere. Ora parte la difficile operazione di “presa in carico” da perte di associazioni ed enti che dovranno prendersi cura delle persone che hanno vissuto un’esperienza terribile e che devono ora trovare un pò di pace e di serenità.
La nave Geo Barents inverte la rotta e torna nei luoghi dove potrebbe esserci bisogno di aiuto e dove quotidianamente si registrano disastri e disgrazie di persone morte in mare nel tentativo di attraversare il mare verso l’Europa e verso il miraggio di una vita migliore.
“Dopo questa difficile esperienza – spiegano dalla Geo Barents – tutti i sopravvissuti ora hanno solo bisogno di ricevere le cure e la protezione adeguate. Auguriamo loro il meglio per il resto del viaggio”.
C’è spazio anche per una nota di contestazione alle nuove normative introdotte dal Governo Meloni e che prevede che sia una autorità nazionale a stabilire quale sia il “porto sicuro” dove i naufraghi devono essere accompagnati in sospetta violazione dei trattati internazionali per il soccorso in mare che, invece, intendono per “porto sicuro” l’attracco più vicino dove si possa ricevere assistenza.
“In conformità con il diritto internazionale, è fondamentale che tutti i sopravvissuti sbarchino al più presto in un luogo sicuro – spiegano ancora dalla Geo Barents – Il governo responsabile deve fare ogni sforzo possibile per ridurre la durata della permanenza dei sopravvissuti sulla nave che li assiste, in linea con le Linee guida sul trattamento delle persone soccorse in mare. La decisione di assegnarci un porto lontano non tiene conto del benessere dei sopravvissuti appena soccorsi”.