Genova – Ultimo addio, ieri mattina, nella chiesa di San Pio X, ad Albaro per Lodovico Portesine, l’alpino di 104 anni ultimo alpino reduce della campagna italiana in Russia.
Tra due ali di “penne nere” rigide sull’attenti, Lodovico Portesine, ha lasciato la chiesa di San Pio X, ad Albaro, per il suo ultimo viaggio.
Sulle toccanti parole della preghiera dell’alpino, Portesine è stato accompagnato sul sagrato, diretto a Ciglione, nel Comune di Ponzone, dove si è unito ai suoi famigliari.
Ha officiato la solenne cerimonia don Matteo Pescetto, parroco di San Pio X, alla presenza dei parenti, dei militari dell’Associazione nazionale alpini e dell’Unione nazionale italiana reduci di Russia. In prima fila l’assessore comunale Paola Bordilli in rappresentanza del Città.
“Papà due o tre giorni fa ha cominciato a stare poco bene – ha ricordato dal pulpito il figlio di Lodovico, Paolo Portesine – Mi ha detto: voglio morire. Io gli ho chiesto: non hai paura? E lui mi ha chiesto: hai presente quante persone ho visto morire?”.
Paolo ha assicurato che Lodovico Portesine se ne è andato “senza nessuna paura – ha detto – Ha deciso di morire, ormai lontano da tanti dei suoi affetti più cari”.
Non la malattia dunque, ma la decisione, cosciente, di congedarsi dalla vita.
“Lodovico, con la semplicità di questi nostri padri, non si è mai gloriato del bene fatto, perché per lui, per loro, era ovvio – ha detto in omelia don Matteo Pescetto – Era una questione viscerale: non puoi non soccorrere il fratello che ha bisogno”.
Lodovico “In terra si è fatto il purgatorio – ha aggiunto don Matteo Pescetto – Vorrei pregare per lui, che ha reso questo mondo più bello”.
Dopo i solenni saluti e la benedizione, gli addetti di A.Se.F. del Comune di Genova, hanno accompagnato il feretro a Ciglione, dove è stato tumulato nella cappella di famiglia.