Genova – Saranno le verifiche veterinarie a stabilire con certezza se la capra trovata sbranata e fatta a pezzi lungo il sentiero che conduce ai laghetti di Nervi, sulle alture della delegazione, è stata aggredita da un lupo o se, invece, come spesso accade, le tracce indicheranno un attacco di un cane inselvatichito. Le immagini del ritrovamento dell’animale, completamente sventrato e fatto a pezzi, hanno fatto il giro dei social e messo in allarme i residenti della zona anche se i fatti dimostrano che i Lupi, presenti nella zona, sulle alture del Fasce, non si avvicinano alle zone abitate e fuggono il contatto con l’uomo di cui hanno paura.
L’allarme, però, è alto e sui social si leggono interpretazioni fantasiose e senza alcun fondamento scientifico circa supposti avvicinamenti dei lupi “spinti dalla fame” o da “facili prede” dimenticando che i boschi della zona sono pieni di cucciolate di cinghiali e caprioli ben in grado di assolvere alla funzione di “riserva di caccia” senza alcuna interazione necessaria con l’uomo.
E ben possono testimoniarlo i tanti ricercatori che studiano il fenomeno del ritorno dei Lupi nei boschi e sui monti della Liguria che faticano, pur essendo esperti e muovendosi nei boschi in orari certamente ben lontani dalle comuni passeggiate, ad incontrare l’oggetto delle loro ricerche.
Vero è, invece, che alcuni cani inselvatichiti (abbandonati o perduti) circolano liberi nelle stesse zone e sono molto più pericolosi dei loro “cugini” poiché non hanno alcuna paura dell’uomo e sono capaci di una aggressività ben superiore e documentata.
Per contro, a memoria di essere umano, non si ricordano aggressioni contro il genere umano e qualcosa vorrà pur dire.
La predazione resta comunque la fonte principale di cibo per i Lupi che, in questo periodo, portano a termine l’allevamento delle nuove cucciolate e possono essere più “attivi” sotto questo aspetto ma resta da capire perché animali in grado di percorrere chilometri e chilometri nei boschi e sui monti, dovrebbero scendere a valle e rischiare l’incontro con gli umani che temono, quando i boschi sono letteralmente pieni di altre cucciolate facilmente predabili.
Le perizie medico-legali accerteranno se la povera capra dei laghetti di Nervi è stata effettivamente predata da un lupo o, come appare più probabile, da un branco di cani inselvatichiti. Tra le ipotesi fantasiose, oltre a quella del branco di lupi affamato c’è anche chi ricorda che più di un residente della zona non gradisce il flusso di visitatori che ogni estate sale ai laghetti per cercare refrigerio e solleva qualche dubbio sul fatto che eventuali predatori, avendo tutto il bosco a disposizione, abbiano scelto proprio la stretta stradina per il loro abbondante – e presumibilmente lungo – pasto.