Bordighera (Imperia) – Si era nascosto nella zona di Bordighera il latitante anarchico triestino ricercato dalle forze dell’ordine dal 2021.
Nella giornata di ieri il latitante è stato rintracciato dopo lunghe indagini nei pressi di Bordighera. L’uomo portava con sé un documento d’identità contraffatto che utilizzava per celare la sua vera identità consentendogli di muoversi assolutamente indisturbato e di continuare ad intrattenere rapporti con le varie realtà anarchiche del territorio nazionale rafforzando la propria figura di leadership.
Mentre veniva fermato e catturato scattate a Trento, Trieste ed in Liguria svariate perquisizioni condotte dal personale Digos finalizzate a cristallizzare luoghi e contatti funzionali alla latitanza.
L’anarchico triestino è stato portato nel carcere di Imperia in attesa del processo per direttissima in quanto responsabile del possesso di documenti di identificazione falsi, contestualmente dovrà scontare la pena di 3 anni e 6 mesi per condanne divenute definitive, nonché espiare la misura cautelare in carcere pendente per altro procedimento.
Dopo una complessa ed articolata attività di indagine avviata dalla Procura distrettuale di Trento, diretta dal procuratore della Repubblica Sandro Raimondi e coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/UCIGOS della Polizia di Stato in sinergia con le DIGOS di Trento, Genova, Brescia, Trieste e Treviso, altresì collaborata nella fase operativa, anche dal Reparto Speciale del NOCS della Polizia di Stato, è stato individuato, nei pressi di Bordighera, in provincia di Imperia, l’anarchico triestino latitante sin dal 2021. Questi si forma politicamente a Trieste quale esponente del locale centro sociale ed è divenuto parte integrante del gruppo anarco-insurrezionalista trentino fin dal 2009 attestandosi via via come un vero leader carismatico. Diventa una figura di spicco anche all’interno della galassia anarchica nazionale dove è fortemente impegnato nell’attività di propaganda e di diffusione del pensiero ideologico contribuendo alla redazione di numerosi scritti e pubblicando numerosissimi testi ed articoli caratterizzati molto spesso da profili istigatori ed apologetici.
Durante un periodo di detenzione, espiato nel 2019, ha mantenuto una costante produzione di scritti prevalentemente indirizzati alla tematica anti-carceraria, destinati ai siti d’area, in particolare riconducibili al gruppo anarchico trentino; questa attività è una chiara espressione di una ideologia insurrezionale improntata all’azione diretta.
Le diverse attività investigative hanno permesso di accertare la presenza in Trentino di una radicata organizzazione anarco-insurrezionalista dedica al compimento di attentati e danneggiamenti anche parallelamente ad attività contestative di piazza oltre che di proselitismo e propaganda ideologica.
È stata altresì individuata anche una rete di solidarietà intrinseca al sodalizio volta al sostegno, economico e logistico, della latitanza dei sodali.
In questo ampio contesto è stabilmente inserito proprio il latitante triestino il quale, con un ruolo di primo piano, ha prodotto e diffuso copiosa documentazione di natura sovversiva svolgendo precise funzioni logistiche ed operative.
Lo stesso, dopo una prima carcerazione, mantenendo i rapporti con la compagine trentina, diventa punto di riferimento per il Triveneto: in questa veste assume anche il ruolo di figura di collegamento con le contigue realtà dell’antagonismo e del marxismo-leninismo sia livello locale che nazionale.
Una trasversalità questa che aveva già percorso tra il 2013 ed il 2018 quando intratteneva rapporti epistolari con noti detenuti appartenenti alle Brigate Rosse.
Le indagini hanno evidenziato il ruolo di coordinamento a livello nazionale del latitante nell’ambito di attività anti-carcerarie promuovendo iniziative e mantenendo forti legami con esponenti d’area di rilievo.
La tematica anti-carceraria costituisce uno dei principali fronti contestativi delle compagini anarchiche e le rivolte verificatesi nel periodo marzo/aprile 2020 hanno contribuito alla decisa ripresa delle lotte anarchiche: non a caso il latitante, nel recente passato, era detenuto all’interno del carcere di Modena, struttura carceraria dove si sono verificati gli episodi più cruenti.
Di assoluto rilievo sono le condotte caratterizzate dall’uso della violenza in occasioni di pubbliche manifestazioni sfociata in invasione di terreni ed edifici, imbrattamento, resistenza a pubblico ufficiale, accensione di cose pericolose, radunata sediziosa e porto di oggetti atti ad offendere.
Per tutti questi reati il latitante è stato condannato in diversi procedimenti penali.
Tra questi val la pena di ricordare la manifestazione della Lega del dicembre 2018 a Rovereto: in quell’occasione un gruppo di circa 70 persone aderenti al locale movimento anarchico, organizzato con caschi e bastoni hanno posto in essere azioni violente volte a
destabilizzare la riunione politica andando allo scontro fisico con le forze dell’ordine
presenti.
Con sentenza del 2023, il latitante è stato condannato a 3 anni di reclusione per reati in materia di ordine pubblico per i disordini relativi all’anno 2016 allor quando il sodalizio anarchico trentino ha partecipato alla manifestazione contro le frontiere svoltasi al Brennero.