ponte morandi tramontoGenova – Dovrebbe iniziare questa mattina, a Palazzo di Giustizia, uno degli interrogatori più importanti e delicati del processo per il crollo del Ponte Morandi che ha causato la morte di 43 persone e danni per centinaia di milioni di euro alla città e alla Liguria.
Al banco dei testimoni – salvo sorprese – dovrebbe arrivare infatti l’architetto Michele Donferri Mitelli, ex responsabile delle manutenzioni di Autostrade per l’Italia e considerato dagli inquirenti una delle persone che, con l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci avrebbe maggiori responsabilità su quanto avvenuto quel terribile 14 agosto del 2018 e su tutto ciò che, per anni e anni, potrebbe averlo causato, con omissioni e ritardi nelle operazioni di manutenzione.
Nelle previsioni ci sono tre udienze – quelle previste per questa settimana – per ascoltare nel dettaglio Donferri ma potrebbe essere necessario prolungare l’interrogatorio anche ad altre udienze, la prossima settimana.
Il suo ruolo e la sua testimonianza diventa “chiave” dopo l’annuncio a sorpresa dell’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Castellucci, di rinunciare alla sua deposizione in aula.
Secondo le ipotesi dell’accusa Donferri potrebbe aver rallentato o omesso verifiche e controlli ma anche interventi come il rifacimento delle pile 9 e 10 (il cui collasso avrebbe causato il disastro) per ridurre i costi e mantenere elevati i dividendi per i proprietari, i soci e gli azionisti di Aspi.
La deposizione di Donferri, che è imputato nel processo e rischia una maxi condanna, potrebbe essere molto importante per definire alcuni dei passaggi chiave dell’ipotesi accusatoria.