Genova – Non tutti sanno che, lungo la linea ferroviaria che collega Genova ad Arquata Scrivia, poco prima di Busalla, c’è una piccola stazione che prende il nome di “Piano Orizzontale dei Giovi” che fu teatro, nell’agosto del 1898, di uno dei più sanguinosi incidenti ferroviari della Liguria. Nel disastro morirono infatti ben 13 persone, tra le quali 2 bambini, e rimasero feriti in modo grave un centinaio di persone.
Quando venne inaugurata la linea nel 1858, la stazione del Piano Orizzontale dei Giovi venne realizzata con lo scopo di far “riposare” i convogli che si apprestavano ad affrontare la lunga salita dei Giovi oppure quelli che avevano appena percorso la discesa.
Quello, infatti, era uno dei tratti più pericolosi: da un lato era necessario fare un rifornimento d’acqua per le locomotive a vapore, dall’altro serviva a raffreddare i freni messi a dura prova durante i percorsi in direzione Genova.
Inoltre, come accadeva in quasi tutte le gallerie, il vapore rischiava di essere fatale ai macchinisti dei convogli, obbligati a percorrere i lunghi tratti al chiuso con dei panni bagnati davanti a naso e bocca, per ripararsi dal fumo. Per alcuni periodi il contratto di lavoro di queste maestranze aveva previsto l’obbligo per il datore di lavoro di offrire una tazza di latte ai macchinisti e ai fuochisti, proprio per “disintossicare”. Quanto fosse pericoloso quel fumo emesso dalle ciminiere e respirarlo per la durata delle gallerie lo si scoprì proprio perché fu la causa del disastro ferroviario che si verificò l’11 agosto del 1898.
Erano circa le ore 20 di una tipica sera d’estate. Il treno numero 120 partito circa due ore prima da Genova e diretto a Ronco Scrivia era fermo alla stazione di Piano Orizzontale. Improvvisamente venne travolto dal treno merci numero 3182 partito da Lodi e diretto a Genova.
Durante gli undici minuti di viaggio in galleria, poco dopo la stazione di Busalla, il fumo tossico che fuoriusciva dalla locomotiva si era rivelato fatale per tutti i macchinisti e i frenatori del convoglio merci che persero i sensi per le terribili esalazioni.
Il treno, procedendo indisturbato lungo tutta la discesa, senza alcuna frenata, accumulò sempre più velocità fino a travolgere il treno fermo in sosta. Come testimoniato da alcune immagini dell’epoca, l’impatto fu tremendo, con i vagoni anteriori dei due mezzi di trasporto che andarono completamente distrutti.
Il disastro causò 13 morti, tra i quali i macchinisti e due bambini, e un centinaio di feriti più o meno gravi, e la notizia ebbe eco nazionale. Questo, però, non era un fatto inedito per l’epoca: nel biennio ’98-’99, infatti, si verificarono incidenti simili anche a Campo Ligure, Novi Ligure e Campogalliano, che fortunatamente non causarono vittime.
Questa la testimonianza di un uomo che si trovava a bordo del treno, pubblicata il giorno successivo nell’edizione de Il Secolo XIX: “Mi trovavo pure io insieme ai miei tre figli, per recarmi in campagna, sul treno partito da Genova alle 18:05 […]. Intuì come in un lampo quello che accadeva. Alzatomi come spinto da una scossa elettrica afferrai le mie creature e le spinsi fuori dal carrozzone, precipitandomi dietro ad esse. Poi vidi come in una visione terrificante ciò che era seguito: cinque o sei carrozzoni, i primi che subirono l’urto del treno merci rinculante, volarono in pezzi, come disfatti da una forza gigantesca. Da ogni parte mi giungevano gemiti e urla di dolore e di rabbia dei feriti”.
Ancora oggi, a più di centoventicinque anni di distanza, nella stazione di Piano Orizzontale si può trovare una colonnina di marmo eretta in memoria delle vittime di quel tremendo incidente.