Pontinvrea (Savona) – E’ stato risolto il mistero del ritrovamento di un cadavere mummificato nel sottotetto di un edificio semi abbandonato nel comune di Pontinvrea, nel Savonese. Le indagini dei carabinieri hanno portato all’identificazione del corpo appartenente ad un anziano clochard di origini venete e che da anni viveva nel savonese aiutato non senza difficoltà da diverse associazioni ed enti benefici.
L’uomo si era trasferito in provincia di Savona negli anni sessanta lasciando la famiglia originaria del Veneto e aveva vissuto gli ultimi anni fra ricoveri e strutture assistenziali. Era già stato sorpreso a dormire in alcune abitazioni private e, un anno prima del ritrovamento del suo cadavere, aveva fatto perdere le sue tracce, forse alla ricerca di una libertà inseguita anche a costo della vita.
Il ritrovamento risale al luglio dello scorso anno quando un agente immobiliare in visita all’immobile con un possibile acquirente aveva fatto il macabro ritrovamento nel sottotetto.
Il cadavere mummificato era stato trasferito in obitorio per le indagini necessarie all’identificazione ma a lungo non si era trovato alcun elemento utile all’identificazione.
Dalla successiva autopsia era emerso che la persona era un uomo, di circa 60 ani di età al momento del decesso.
Incrociando quelle informazioni gli elenchi delle persone scomparse, i carabinieri hanno potuto restringere il campo di ricerca ad una decina di nominativi.
A quel punto i militari della Stazione di Pontinvrea hanno effettuato estensive ricerche per individuare parenti in vita degli scomparsi e, su autorizzazione della magistratura savonese, compararne il DNA con quello della salma misteriosa.
La scrupolosa indagine è stata a quel punto corroborata dal supporto scientifico del R.I.S. Carabinieri di Parma, che ha esaminato il DNA estratto da un campione biologico del defunto con quello della persona più probabile quale sua consanguinea.
Gli esiti del confronto, giunti negli scorsi giorni, hanno messo la parola fine alle ricerche, dando esito positivo e confermando l’identità della mummia, ormai non più sconosciuta