Genova – Archiviate le indagini su presunte irregolarità ed omissioni nella gestione del “caso” di Alberto Scagni nei confronti di agenti di polizia e personale sanitario. La decisione è stata presa dal giudice per l’udienza preliminare Carla Pastorini che ha deciso l’archiviazione.
Nessuna responsabilità delle forze dell’ordine e del personale medico nella gestione di Alberto Scagni, 43 annu, l’uomo che il primo maggio del 2022 ha ucciso a coltellate la sorella Alice Scagni sotto la sua abitazione, a Quinto.
Nessuna risposta, dunque, per i familiari dei due ragazzi che avevano denunciato ritardi ed omissioni nella presa in carico del figlio Alberto che da tempo presentava – secondo la loro versione – un evidente declino sul piano psichiatrico ed una crescente aggressività nei confronti dei familiari.
Le indagini erano partite proprio dalla denuncia di Antonella Zarri e Graziano Scagni madre e padre di Alberto e Alice Scagni che, in poche ore, si sono ritrovati senza la figlia, uccisa dal fratello, e con il figlio condannato al carcere.
Secondo la loro ricostruzione, nonostante i molti solleciti, medici della Asl e personale dei Servizi Sociali e poi le forze dell’ordine avrebbero sottostimato la gravità della situazione e omesso o commesso gravi ritardi nell’intervenire.
Una nuova dura “batosta” per la coppia che invece credeva di trovare accoglimento nella richiesta di esaminare e sottoporre a processo la vicenda.