Genova – Nuova scossa del terremoto giudiziario che sta agitando la Liguria da giorni e nuovo fascicolo di indagine aperto a Palazzo di Giustizia di Genova su presunte irregolarità nella gestione della cosa pubblica in Liguria. Questa volta la lente di ingrandimento degli inquirenti si sposta sul settore Sanità e su un possibile intervento di politici ed amministratori, al tempo del Covid e della pandemia, per avere più dosi di vaccino da utilizzare per combattere l’infezione da coronavirus.
A rivelarlo questa mattina, nell’edizione in edicola oggi, il Secolo XIX che dedica ampio spazio ad un presunto nuovo filone di indagini che vedrebbe coinvolti, ancora una volta, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ed il suo capo di Gabinetto, Matteo Cozzani.
Secondo quanto scrive Il Secolo XIX, infatti, i dati della pandemia e dell’emergenza covid potrebbero essere stati alterati, “gonfiandoli” per fare in modo che la Liguria ricevesse un maggior numero di dosi di vaccino in un periodo di somma emergenza e dove era vitale vaccinare il maggior numero di persone, in particolare anziani, possibili vittime del covid.
Destinataria dei dati sarebbe stata a struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo.
I fatti risalirebbero al marzo 2021 quando gli uomini della Guardia di Finanza, intercettando il presidente sia Toti che Cozzani, risulterebbero aver ascoltato – e registrato – una conversazione nella quale Cozzani, parlando con il segretario generale della Camera di Commercio (che non risulta indagato) afferma: “Devono darci i vaccini. Il problema qual è stato: che io avevo già truccato, lui li ha presi, li ha riaumentati…quando me li ha mandati gli ho scritto: “ma c…pres, ma sono fuori…’” Ha detto “Ma no li ho un po’ aumentati’…” ma l’avevo già fatto io”. “E c…dimmelo che hai già fatto te, aspetta un secondo…”.
In pratica quella che sembrerebbe una ammissione da parte di Cozzani di una manomissione dei dati.
Informazioni che dovevano arrivare nel più breve tempo possibile alla struttura commissariale che raccoglieva i dati per poi smistare le dosi di vaccino che ogni regione chiedeva e delle quali aveva bisogno.
Dati che “non combaciavano” e che avevano già suscitato perplessità nella struttura commissariale che aveva fatto chiamare “un militare” per una verifica che aveva messo grande agitazione tra i vari uffici della Regione ma anche di Alisa.
Il perché potrebbe emergere ora, con il nuovo filone di indagine che, al momento vede coinvolti ancora Toti e ancora Cozzani ma che potrebbe avviare una nuova scossa di terremoto giudiziario con altre clamorose rivelazioni.
A seguire questo nuovo filone di indagini sono i sostituti procuratori Federico Manotti e Luca Monteverde che stanno puntando l’attenzione anche su laboratori privati e strutture sanitarie private che potrebbero aver beneficiato dei favori della politica in cambio di altri finanziamenti alle campagne elettorali e alle attività politiche.
Nel frattempo sembra emergere che la struttura commissariale nazionale abbia usato “criteri interni” e non i dati forniti per decidere quantitativi di dosi di vaccino e invii, riducendo la responsabilità di eventuali “manomissioni”