Genova – E’ rimasto a palazzo di Giustizia per poco più di un’ora e mezza l’armatore Gianluigi Aponte, patron di MSC e della galassia di aziende e attività che vanno dalle Crociere alla logistica portuale e qui ha risposto alle domande formulate dai giudici che indagano sul presunto giro di mazzette e favori che ha portato all’arresto del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, del suo ex capo di Gabinetto Matteo Cozzani dell’ex presidente dell’autorità portuale di Genova e Savona Paolo Signorini e dell’imprenditore – nonché socio di Aponte in alcune attività portuali.
Aponte, che non è indagato ed è stato ascoltato in qualità di persona informata dei fatti e, a giudicare dalla durata dell’incontro, potrebbe aver sviscerato tutte le circostanze e le situazioni illustrate nelle domande dei pm.
In particolare sembra che l’imprenditore abbia risposto ai quesiti posti circa la concessioni nel porto di Genova, la “lotta” con l’ex nemico Spinelli e poi la “composizione” con gli accordi per il termina rinfuse, il carbonile, l’ex area Enel e la Calata Concenter, oggetto di perplessità e dubbi contenuti nelle indagini.
– È il giorno di Gianluigi Aponte: l’armatore proprietario di Msc è arrivato a Genova con un aereo privato da Ginevra per essere interrogato sulla maxi inchiesta che il 7 maggio ha travolto la Liguria e portato ai domiciliari il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. Tanti i temi caldi: le concessioni in porto, la cosiddetta spartizione, rinfuse, carbonile, area ex Enel e calata Concenter.
Particolare attenzione sarebbe stata data alla vicenda dell’affidamento del Terminal Rinfuse dove Aponte è socio con Spinelli e, nel dettaglio, delle vicende che hanno portato all’alleanza.
Aponte ha lasciato il palazzo di Giustizia intorno alle 16 senza rilasciare dichiarazioni.