San Colombano Certenoli (Genova) – Migliorano, all’ospedale San Martino di Genova, dove sono ricoverati dal 9 giugno scorso, l’uomo e la donna aggrediti a colpi di roncola e ridotti in fin di vita per una presunta vendetta nei confronti della figlia.
La direzione sanitaria dell’ospedale ha infatti diffuso un aggiornamento sulle loro condizioni nel qual informa che i pazienti sono tornati a respirare spontaneamente e sono attualmente ricoverati presso la Clinica Neurochirurgica.
Entrambi sono sotto la supervisione del team di psicologi.
L’uomo di 62 anni dovrebbe essere presto trasferito presso il reparto di Riabilitazione mentre la donna, di 65 anni, verrà nuovamente sottoposta ad intervento chirurgico, il secondo da parte dell’equipe dei chirurgi della mano.
La prognosi resta però riservata per entrambi.
“Siamo molto felici che il gioco di squadra e lo sforzo collettivo dei nostri professionisti abbia favorito il miglioramento delle condizioni dei due pazienti – sottolinea il Direttore Generale del San Martino Marco Prioli – restano in prognosi riservata ma non vi è dubbio che il peggio sia ora alle spalle. Entrambi sono stati sottoposti ad interventi chirurgici lunghi, di oltre 12 ore l’uno, che hanno coinvolto decine di medici, infermieri e oss confermando la capacità del San Martino di gestire i casi più complessi e le emergenze provenienti dal territorio con efficacia e precisione”.
Intanto proseguono le indagini che al momento vedono unico indagato Andrea Bandini, 25 anni, ex fidanzato della figlia della coppia e che ha parzialmente ammesso le sue responsabilità,
Nelle prossime settimane l’indagato dovrebbe essere sottoposto a perizia psichiatrica per accertare se, al momento del blitz che ha quasi ucciso i due coniugi e brutalmente eliminato il loro cane, fosse in grado di intendere e volere.
A favore della possibilità che fosse ben lucido la premeditazione con la quale sembra aver pianificato il tentato duplice omicidio, a partire dal piano per nascondersi in una casa abbandonata per poi entrare in casa degli ex suoceri scalando un muro e sino alla fuga, rocambolesca, per i boschi, sino ad un rifugio della Val d’Aveto dove è stato braccato e catturato dai carabinieri forestali.
Il quadro favorevole alla possibilità di un vizio di mente, quantomeno parziale, emerge infatti dalle dichiarazioni fatte circa un presunto tradimento della ex e i racconti di persone che avrebbero minacciato il giovane sino a spingerlo a commettere la sanguinosa aggressione.