rissa Sottoripa 23 agosto 2024Genova – Pattuglioni e presidi non sono la soluzione ai problemi di violenza e ordine pubblico nel centro storico. A ribadirlo il sindacato italiano appartenente polizia SIAP attraverso il portavoce Roberto Traverso che così commenta le notizie di “pattuglioni” e di presidi fissi delle forze dell’ordine nei luoghi, come Sottoripa, dove nei giorni scorsi si sono registrate violente risse, accoltellamenti e continua lo spaccio di droga ad ogni ora del giorno e della notte.
“Continua – spiega Traerso del SIAP – il pressing sulle forze dell’ordine per dare una risposta ai cittadini che singolarmente o attraverso i propri comitati chiedono sicurezza. Si cerca di mettere una “pezza” agli errori di anni di politiche inefficaci sulle spalle di organici in grave difficoltà, attraverso i soliti pattuglioni che come ampiamente dimostrato restano un pannicello caldo di fronte all’ormai più che evidente fenomeno legato all’organizzazione criminale che gravita intorno allo spaccio di stupefacenti”.

“Pattuglioni e presidi “posticci” – prosegue Traverso – nel Centro Storico non risolveranno mai il problema sicurezza urbana in una città metropolitana vasta come Genova, lo diciamo da anni. Se non si comincia a ragionare su quello che si deve fare per sanare il tessuto sociale del territorio la musica non cambierà, anzi sarà sempre più stonata perché il sistema sicurezza che ha bisogno di risorse umane andrà sempre più in crisi”.

Secondo il Siap sono almeno 10 anni che è dimostrato con i fatti che la politica dei pattuglioni è assimilabile all’impresa mistica di “asciugare il mare con un cucchiaino” mentre il sindacato di polizia chiede concretamente di investire di più sull’attività investigativa “ma a Genova continua ad essere impossibile farlo perché chi governa il territorio preferisce confezionare la torta partendo dalle ciliegine”.

“Così – sempre secondo il SIAP – si continua a rincorrere, rincorrere e rincorrere con schieramenti inutili di divise mentre le indagini languono”.

Nel frattempo, secondo la denuncia del sindacato, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Genova, cardine fondamentale per la sicurezza sociale di una città di frontiera sul mediterraneo, è in grave difficoltà visto che la carenza di organico e la mancanza di ricambio generazionale gli impediscono di stare al passo di fronte a carichi di lavoro sempre più gravosi anche a causa di disfunzioni nella filiera organizzativa prevista dalla normativa nazionale. Per esempio i disservizi dovuti alla consegna presso Poste Italiane da parte degli stranieri della documentazione necessaria per ottenere dalla Questura del rilascio dei permessi di soggiorno”.

“Il problema – spiegano al Siap – sta nel fatto che molto spesso quando in questura si aprono le buste, la documentazione è incompleta, situazione che oltre a complicare in modo esponenziale il lavoro dell’Ufficio Immigrazione crea un potenziale numero di clandestini che comunque possono stare legittimamente sul territorio con la “ricevuta di consegna” rilasciata da Poste Italiane