Genova – Tre nuovi casi di infezione da febbre dengue hanno fatto scattare l’allarme sanitario in città.
I primi due casi si sono registrati nel levante genovese con una coppia appena rientrata da un viaggio alle Maldive che ha iniziato ad avvertire dolori articolari e forti mal di testa ai quali si è poi accompagnata anche la febbre.
I due sono stati ricoverati nella clinica per le Malattie infettive dell’ospedale San Martino, diretta da Matteo Bassetti ed è stata diagnosticata l’infezione da dengue trasmessa con ogni probabilità dalle punture di insetti locali come le zanzare.
Un terzo caso ha riguardato una persona residente a Roma che è rimasta qualche giorno nella zona della Foce al rientro da un viaggio a Cuba.
La persona, una donna, ha poi manifestato i sintomi della dengue che è stata diagnosticata nella Capitale facendo scattare il nuovo allarme.
Il virus della febbre dengue, tipico delle zona equatoriali, può essere trasmesso dalla zanzara tigre (Aedes albopictus) qualora l’insetto punga una persona malata e poi una sana in una trasmissione simile a quella della malaria.
Per questo motivo l’organizzazione mondiale della sanità prevede che i luoghi dove vivono le persone affette da dengue vengano trattati con insetticidi e larvicidi in grado di abbattere il numero di zanzare tigre presenti nel luogo.
In pratica, alle prime luci del giorno, speciali squadre specializzate percorrono le vie dove abitano i soggetti risultati infetti e spargono potenti insetticidi in grado di sterminare le zanzare (e probabilmente anche altri insetti) e spruzzano sostanze nei tombini e dove possono nascondersi ristagni d’acqua, per uccidere le larve.
Durante gli interventi occorre tenere le finestre chiuse e gli animali domestici in casa e non nei giardini.
La zanzara tigre – riconoscibile per la colorazione nera con striature bianche – non è un insetto europeo ma è arrivata casualmente non incontrando praticamente resistenza e si è velocemente diffusa complice la negligenza dei responsabili che non hanno previsto particolari interventi di eradicazione quando era ancora possibile.
Oggi la zanzara tigre è diffusissima e in alcune zone della città è presente in grandi numeri, specialmente nei cimiteri e nei parchi cittadini.
La zanzara si riproduce esclusivamente in acqua stagnante (le piante non c’entrano nulla) e basta un sottovaso con un centimetro di acqua per farne nascere migliaia.
Per questo motivo, oltre agli interventi disinfestanti, ogni Cittadino può fare la sua parte evitando che in giardini e terrazzi ci siano accumuli d’acqua.
Nel caso dei sottovasi è possibile posizionare pezzi di rame che sono in grado di allontanare le femmine che depongono le uova.