Carignano batteria rotonda GenovaGenova – Lavori fermi al cantiere di ponente della Rotonda di Carignano e timori, da parte dei residenti di danneggiamenti alle strutture storiche riemerse con gli scavi per la realizzazione di un nuovo supermercato Conad.
Sono fermi da mesi i lavori al cantiere, avviato ormai da più di un anno, a ovest della Rotonda e mentre sul lato ad est il parcheggio multipiano cresce – accompagnato dalle polemiche su un presunto impatto paesaggistico, sull’altro lato tutto è fermo al settembre del 2023 quando vennero alla luce i resti delle “casermette” che custodivano le cariche e gli ordigni al servizio delle batterie costiere che sorgevano sulla collina di Carignano. Gli unici mezzi da cantiere al lavoro potrebbero invece aver danneggiato, demolendone delle parti, le mura accanto alle basse costruzioni e per questo i residenti della zona chiedono l’intervento della Sovrintendenza a garanzia del rispetto dei reperti storici.
Le foto inviate alla Redazione sembrano mostrare delle “ferite” sulla muratura, con l’esposizione, visibile ad occhio nudo, di pietrame smosso di recente o addirittura “spaccato”. Se questo abbia un collegamento con i lavori lo dovrebbe dire chi ha la responsabilità di sorvegliare i lavori.
Di certo, contrariamente a ripetuti annunci, i lavori non sono più ripresi nel vero senso della parola e chi spera che i resti storici possano dar vita ad un parco a tema invece che essere distrutti o conglobati in una struttura commerciale incrocia le dita e fa affidamento su chi vigila su tutto ciò che è stato costruito più di 70 anni fa ed è quindi “indistruttibile” neppure parzialmente e va preservato come patrimonio storico e architettonico.
Ed in effetti, all’epoca del primo stop ai lavori, fu proprio la Sovrintendenza ai beni paesaggistici e ambientali ad imporre il blocco delle lavorazioni. Le benne delle ruspe, scavando tra macerie e aree un tempo adibite a parcheggio, hanno fatto emergere un patrimonio del passato che probabilmente appartiene alle prime batterie costiere che difendevano l’imboccatura del porto di Genova.
Pian piano sono spuntati i tetti sepolti, poi le mura ed infine i locali veri e propri e che certo non sfigurerebbero in un parco archeologico e monumentale che potrebbe attirare i turisti e offrire uno spazio verde lungo l’arteria intasata dal traffico di corso Aurelio Saffi. Un’oasi di pace invece del previsto supermercato, l’ennesimo, con annessi negozi e spazi commerciali, in un consumo del territorio e nell’avanzata del cemento che in pochi ancora auspicano per la città.
Se il parcheggio a levante della Rotonda di Carignano, può avere un senso nell’ottica degli spazi necessari a trova riparo per le auto, ancora il mezzo preponderante in città, per l’area di ponente i residenti – e non solo loro – si augurano un futuro diverso. I resti storici potrebbero essere restaurati, rimessi in sesto e resi “visitabili” in un contesto di verde pubblico di cui la città ha urgente bisogno.
Per questo molti occhi sono puntati sull’area e molte associazioni sono pronte alla battaglia per difendere le vestigia del passato di Genova nell’ottica di un loro recupero e per questo a più riprese sono state segnalate “anomalie” nelle opere murarie sul lato “a mare” ed in particolare sospette demolizioni parziali di muretti.
Sospetti che solo le perizie della Sovrintendenza potrebbero confermare o smentire.

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