Genova – E’ indagato per omicidio colposo Patrizio Randazzo, 54 anni, il portuale che era alla guida del pesante automezzo che ha travolto e ucciso Giovanni Battista Macciò, l’ex tassista diventato “camallo” che ha trovato la morte nel terribile incidente avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì 18 dicembre.
Ad aggravare la sua posizione il fatto che i test che si fanno di routine in caso di incidente, avrebbe rilevato la positività ai cannabinoidi contenuti nella cannabis o nell’hashish anche se i rilievi medico sanitari avrebbero accertato che l’uomo non era “alterato” e potrebbe dunque trattarsi di un consumo precedente anche di giorni o addirittura di settimane come risulterebbe dalla testimonianza resa.
La terribile sequenza dei fatti resterà comunque per sempre scolpita nella sua memoria e la morte del collega lo perseguita ogni momento e per questo tiene a far sapere, attraverso il suo avvocato, di aver avuto un colpo di sonno, che gli occhi si sono chiusi da solo e che probabilmente potrebbe aver giocato a sfavore il fatto che stava facendo un “doppio turno”, circostanza su cui si svolgono approfondimenti tecnici.
L’autista della ralla avrebbe eseguito poi una particolare manovra “a U” che non è chiaro e appartenga alle normali procedure per lo spostamento nel Terminal della PSA. La perdita di controllo del mezzo a metà manovra ha portato a travolgere il collega e un’altra ralla su cui viaggiava l’altro ferito grave nell’incidente.
Il video che ritrae l’incidente è stato acquisito dal magistrato che segue le indagini insieme a quelli dei giorni precedenti per verificare se quella ripresa è una procedura “normale” o se qualcosa, quella notte, non è andata come doveva o, ancora, se si siano verificate altre anomalie nell’uso dei mezzi.
La vittima, Giovanni Battista Macciò, è rimasta schiacciata tra le due ralle e non ha avuto scampo. Stava controllando alcuni sigilli del container caricato sul pesante automezzo e non si è accorto dell’altro che aveva puntato proprio contro la sua posizione.
L’impatto è stato fatale.
Stamane ha suscitato forte clamore e discussione anche il ritrovamento, davanti alla sede della CULMV, la compagnia unica dei lavoratori portuali, di uno striscione con scritto “Colpevoli quanto lui, vergogna”. L’episodio non è stato rivendicato.