Filippo BiolèGenova – Mentre il centro destra è alle prese con i “chiarimenti” e il centro sinistra con l’empasse del “campo largo”, si fa più concreta la proposta alternativa di Filippo Biolè, improntata alla semplicità, alla chiarezza e alla legalità per la corsa all’incarico di Sindaco di Genova..
Partendo “dal basso” e volendo davvero coinvolgere i genovesi elettori, Biolè o, più probabilmente il suo comitato elettorale, ha lanciato oggi, utilizzando la popolare piattaforma di Change.org, la sua “petizione” nella quale parla di progetti e programmi ed invita chi si riconosce nelle sue posizioni e nelle sue proposte, a sottoscrivere la sua proposta.
Per informarsi meglio, per conoscere il programma del candidato “non ancora candidato” è sufficiente collegarsi al link
Per Biolè e il suo staff è ora importante che siano i genovesi a decidere quali passi dovrà fare e, se davvero convinti di voler appoggiare il candidato, potranno sottoscrivere l’appello e contribuire alla sua diffusione.

Il nome di Filippo Biolé, tra quelli dei potenziali concorrenti alla corsa per la carica di Sindaco di Genova è stato fatto nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica rendendo palese una iniziativa che ha visto un gruppo di persone più o meno note del mondo civico chiedere il coinvolgimento di una personalità specchiata, esterna alle logiche dei partiti e in grado di portare a Palazzo Tursi una ventata di aria nuova dopo tanti anni di atmosfera piuttosto “immobile”. Il comitato ha trovato in Biolè, giovane avvocato genovese, la figura da proporre come candidato.
Filippo Biolè di mestiere è avvocato e non ha particolari frequentazioni con la Politica in senso stretto del termine, preferendo impegnarsi per la promozione della Cultura (è presidente dell’Accademia Ligustica e della Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo) e nel preservare la memoria storica della tragedia della Shoah, in qualità di Presidente Aned di Genova, attraverso numerose iniziative che vedono coinvolti soprattutto i ragazzi che sono la vera scommessa per il futuro visto che i testimoni viventi degli orrori nazi-fascisti, per ovvi motivi anagrafici, non potranno essere eterni.
Un compito complesso e delicato che l’avvocato, appassionato di nuoto e di vita sana e all’aria aperta, porta avanti alternando momenti molto complessi e di profonda riflessione, ad altri più “diretti” come gli incontri nelle scuole e nei luoghi che furono testimoni delle pagine più oscure della Storia recente.
Attorno a lui si muovono le “manovre” tradizionalmente legate ai “confronti” pre-campagna elettorale e che vedono ad esempio contrapposti il sindaco “facente funzione” Pietro Piciocchi e l’ex assessore regionale alla Formazione e alla Cultura ed oggi deputata a Roma, Ilaria Cavo, i dibattiti interni al Movimento 5 Stelle e il silenzio apparente e sempre più preoccupante (per l’elettorato di sinistra) del Partito Democratico e del presunto Campo largo che pure perdendo al risultato finale, alle scorse elezioni regionali, ha fatto incetta di voti sulla città di Genova.
Più semplice e chiara la proposta di Biolè che, sulla piattaforma di Change.org scrive:

Cari cittadini di Genova,

in previsione delle elezioni amministrative della prossima primavera, sperando di poter contare sul vostro aiuto e sostegno, vogliamo qui esprimere quelli che ci paiono, tra altri, i tratti fondamentali della persona che vorremmo potesse assumere il ruolo – compiti e oneri – di “guida” della nostra città, con l’obiettivo – onnipresente – di garantirle un futuro degno e fecondo qual è quello che essa merita.
Dunque, un sindaco che sappia aprire un nuovo corso tutto all’insegna della condivisione delle progettualità e della trasparenza. Un primo cittadino in cui possano finalmente tornare a riconoscersi anche tutte quelle persone sfiduciate nei confronti della politica autoreferenziale imperante e, spesso, per questa ragione emigrate nell’astensionismo. Ossia, procedendo necessariamente per nuclei, in un breve elenco complessivamente eterogeneo e al contempo complementare:
Un sindaco consapevole del suo ruolo, del suo essere primariamente al servizio della città e dei cittadini tutti che egli rappresenta. Un sindaco anche al servizio della verità, elemento essenziale in un rapporto fiduciario, tanto più in una società, come è quella odierna, in cui si assiste all’uso sistematico del falso, delle inesattezze di comodo, dell’occultamento di dati e problemi che, per incapacità o fuga dalle responsabilità, si preferisce edulcorare quando non addirittura tacere.
Un sindaco promotore di democrazia civica, che rinnega l’idea, anticostituzionale prima ancora che anti etica, dell’uomo solo al comando, rilanciando invece un dibattito pubblico il più possibile coinvolgente e inclusivo come metodo primario di scambio e quindi di risoluzione dei problemi;
Un sindaco catalizzatore delle migliori energie disponibili – competenza, conoscenza, intraprendenza, passione – della società civile, a beneficio di una progettualità che, in tutti gli ambiti d’intervento, possa rivelarsi il più possibile feconda a medio e a lungo termine, richiamando affezione e interesse diffusi per il bene pubblico, in quanto punto di partenza e di arrivo per il mantenimento del benessere culturale ed economico della città (e quindi della nazione);
Un sindaco che abbia a cuore i giovani, e che di essi si faccia realmente carico dando loro spazio con opportunità di apprendimento e lavoro, offrendo servizi per progetti di vita a chi preferirebbe non dover emigrare per poter vedere realizzato il proprio avvenire;
Un sindaco dalla parte dei meno giovani, perfettamente conscio che antichi saperi e memoria storica sono risorse preziose di trasmissione e arricchimento sociale e che la fragilità anagrafica va supportata in termini di servizi (di assistenza domiciliare, sanitaria ecc.) alla persona, specie quando meno abbiente;

⇒ Un sindaco fautore non di discordia ma di unione, ostile a separatezze ascrivibili a disegni spartitori o carenze di socialità. La città che rinasce deve essere infatti aperta e solidale, in ciò sia pure anche in controtendenza rispetto a trend nazionali;

⇒ Un sindaco orientato al progresso e all’apertura a scambi internazionali culturali ed economici, come precisa scelta di campo. Consapevole che tale scelta antepone il qualitativo al quantitativo, il bene comune al successo individuale, la valorizzazione dell’interesse pubblico alla mercificazione a vantaggio di pochi, l’umanità a ciò che la nega;
Un sindaco refrattario alle logiche di potere, dunque avverso a qualsivoglia pratica di scambio e alla visione di una politica come ascensore carrieristico: premessa indispensabile nel dialogo con partiti da riportare al compito della rappresentanza;

Un sindaco della cultura e del bello, attento al patrimonio ambientale e paesaggistico, a quello storico e artistico come alla scienza e alla ricerca, sempre intesi come parte essenziale e indefettibile ai fini della crescita dell’intelligenza collettiva oltre che dell’innalzamento del benessere e della qualità di vita individuale.

Gli estensori e firmatari di questo sintetico profilo individuano nella candidatura di Filippo Biolé la migliore garanzia alla rinascita civile, sociale, economica e mediatica della città e in tal senso un suo degno avvocato difensore. Convinzione che qui di seguito sottoscriviamo:

 

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