Genova – Nuovo colpo di scena nel “caso” della presunta aggressione di stampo fascista ad un delegato sindacale della Cgil. Secondo il Secolo XIX in edicola questa mattina, infatti, il rappresentante del sindacato degli edili – sarebbe indagato per simulazione di reato ovvero avrebbe confessato che l’aggressione non c’è stata o, perlomeno, che non si è svolta con le modalità con le quali era stata inizialmente denunciata.
Un episodio di forte impatto emotivo quello raccontato dal sindacalista che aveva depositato una denuncia nella quale raccontava di essere stato avvicinato da alcune persone durante una visita in un cantiere con un’auto con i simboli della Cgil e poi insultato e malmenato tra frasi choc come “comunista di merda”, saluti romani e sputi.
L’episodio aveva infiammato gli animi scatenando un presidio di protesta per le vie di Sestri Ponente e la ferma condanna – da parte di tutti i partiti – dell’episodio.
Le verifiche della Digos, però, avevano evidenziato le prime anomalie nel racconto del sindacalista e le verifiche avrebbero accertato dei probabili scostamenti di orario nel racconto fatto con la denuncia.
Lo stesso sindacalista aveva poi ritirato la denuncia confermando però la veridicità di quanto avvenuto.
Nelle ultime ore, però, la Procura lo avrebbe nuovamente convocato e di fronte ad alcune contraddizioni, sarebbe arrivata la confessione e l’ammissione di aver inventato gran parte di quanto denunciato inizialmente.
Di qui l’iscrizione nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato, tutta da dimostrare, per simulazione di reato e la nomina di un avvocato difensore.
A questo punto sarà un’indagine approfondita a chiarire cosa sia realmente accaduto lo scorso 15 aprile e se il sindacalista abbia “colorito” una aggressione realmente avvenuta o se, invece, l’episodio sia del tutto inventato o, ancora, se una aggressione per altri motivi sia stata “trasformata” in un episodio a sfondo politico per motivi ancora da stabilire.
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