Genova – La Spiaggia dei Bambini di Voltri è stata vandalizzata. A denunciarlo l’Arciragazzi Prometeo, che si occupa dell’organizzazione delle attività. Negli scorsi mesi, soprattutto tra gli abitanti del quartiere del ponente genovese, si era diffuso il timore che l’attività quest’anno potesse non svolgersi a causa di alcuni ritardi e problemi tecnici. Una vera e propria corsa contro il tempo portata avanti dagli organizzatori e dal nuovo Municipio ha portato all’apertura. Nelle scorse ore il triste episodio ha danneggiato alcune strutture e ha messo a in difficoltà lo spirito degli organizzatori.
“SPIAGGIA DEI BAMBINI. ABBIAMO LE SPALLE PIU’ CHE RESISTENTI, MA LE STRUTTURE FISICHE PURTROPPO NON LO SONO E ANCHE NOI ABBIAMO LIMITI
La parola è un po’ difficile – si legge – e spesso abusata, ma in questo caso giusta: noi siamo resilienti. Non solo resistenti, ma di più, ci rimettiamo in piedi dopo gli inciampi. Troviamo soluzioni, abbiamo una rete di riferimento. Risolviamo i problemi.
Noi siamo resilienti. Ma le nostre strutture non lo sono. Sono in parte vecchie, dovevano essere cambiate e non si è potuto farlo; lo faremo per il futuro ma intanto ce le facciamo andare bene, come sono, cioè fragili.
Quindi la vandalizzazione delle strutture e di due gazebo della spiaggia dei bambini, se si ripeterà, porterà ad una sola e inevitabile conseguenza. Chiudere. Chiudere tutto.
Non solo perché le strutture non reggono ma anche perché non reggiamo noi, che lo facciamo come impegno di comunità. Siamo forti e siamo convinti di fare bene, almeno di fare il meglio che possiamo per fare bene (e anche le recenti manifestazioni fra cui l’inizio delle giornate con i sics, i meravigliosi cani di salvataggio, dopo le tante manifestazioni ospitate), ma a tutto c’è un limite.
Non crediamo nella necessità di controllo ossessivo, anzi ci opponiamo culturalmente ad esso; non ci crediamo perché significherebbe tradire le ragioni con cui è nata la spiaggia dei bambini: un posto libero, bello, aperto alla fruizione anche diversificata, che “parte” dall’essere risorsa per bambini e ragazzi (e quindi, quando non ci sono i centri estivi o quando “c’è spazio”, per ragazzi e ragazze, famiglie e disabili), “ingaggiando” altri ragazzi e ragazze come presidio (aiuto e sostegno) e salvamento; che è luogo di gioco, di socializzazione, di riposo. Il nostro è un progetto di comunità e vuole essere “integrato e gentile” nel e per il territorio: non vogliamo multe o militarizzazione di spazi, i nostri regolamenti sono quelli del buon senso, non c’è la lista infinita dei divieti che mettono a posto le coscienze delle strutture burocratiche che scaricano le responsabilità.
Ma ovviamente ciò non significa essere ingenui o sprovveduti. Confidiamo nel monitoraggio discreto delle forze dell’ordine; nell’attenzione della comunità.
Siamo contenti se sotto i gazebo ci si incontra, si sta in spiaggia di giorno e la sera; siamo contenti se dai cartelli nelle lingue del mondo ci si dà appuntamento; siamo contenti di vedere passeggini, ragazzi e ragazze che vanno in spiaggia, centri estivi vocianti.
Siamo contenti della varia umanità gioiosa che sta bene insieme, che gioca, che socializza, che ascolta musica, che chiacchiera, “che sta” e che si vuole bene.
Gioiamo dell’esercizio della libertà di essere e stare in compagnia, in pace. Crediamo così di dare un nostro piccolo contributo per migliorare un mondo altrimenti feroce e spesso cattivo.
Ma rompere i tubi, orinare sulle porte, srotolare passatoie che servono alle carrozzine e ai disabili, o anche solo ai bambini per non scottarsi, questo non ci sta nelle libertà possibili.
Questo, se reiterato, esaurisce la nostra resilienza. Non abbiamo un contratto di servizio, che non sia quello dei nostri valori e della nostra etica.
Questo il limite. E’ il senso di cittadinanza e di responsabilità, non il controllo. Oltre questo limite non andremo. Oltre questo limite si chiude.
Ps in nessun caso si intende normalizzare l’uso libero degli spazi. Tutti sono sufficientemente competenti per sapere quando si deve pulire dopo l’uso, se – visto orari e altre persone presenti – si possono o non si possono fare attività rumorose o di un certo tipo (ad esempio mangiare una pizza). Non saremo noi a limitare niente. Chiunque sa perfettamente quanto può fare. Non è difficile. Basta pensare a spazi che sono di tutti: miei, tuoi, vostri, nostri”.
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