Bari – Sarebbe servito ad uccidere il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo l’ingente quantitativo di tritolo sequestrato nel barese nei giorni scorsi.
A rivelare il piano agli inquirenti della Dda di Bari sarebbe stato un collaboratore di giustizia vicino alla Sacra Corona Unita ma di origini napoletane che sul finire dello scorso anno, mentre si trovava recluso in carcere, sarebbe venuto a conoscenza, da parte di uomini della Camorra, della progettazione di un agguato al magistrato.
Gli investigatori hanno spiegato che l’esplosivo sequestrato avrebbe potuto distruggere palazzine, negozi e perfino un autoveicolo blindato. Roberto Rossi, Pm antimafia barese sta coordinando anche le indagini che qualche tempo fa hanno portato al sequestro di 550 grammi di esplosivo nascosto sotto un albero di fronte al cancello della tenuta di un boss di Gioia del Colle, in provincia di Bari.
Per questa vicenda Amilcare Monti Condesnitt, trafficante di armi e proprietario del complesso di fronte al quale è stato ritrovato l’esplosivo, si trova in carcere insieme ad altre quattro persone.
Stando a quanto dichiarato dal pentito, l’attentato nei confronti di Colangelo si sarebbe dovuto tenere proprio a Gioia del Colle, dove il capo della Procura di Napoli vive.
Le indagini avviate dopo il tentato omicidio di Giuseppe Drago, avvenuto lo scorso 14 febbraio nel quartiere San Pio di Bari, hanno permesso agli inquirenti di scoprire il contesto nel quale è maturato, fatto di contrasti tra i vari gruppi criminali per il controllo delle attività illecite. Le intercettazioni ambientali disposte dalla Procura hanno fatto emergere l’acquisto di 550 grammi di tritolo, sufficienti a polverizzare qualunque cosa nel raggio di decine di metri con una potenza paragonabile a quella di quasi 15 bombe a mano esplose contemporaneamente.