Genova – Anche il Gruppo Pd scenderà in piazza, davanti alla Prefettura, per esprimere solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e per ribadire fedeltà alla Costituzione.
Lo annunciano gli stessi esponenti attraverso una nota dove si legge: “Chi grida al colpo di Stato e parla di impeachment non dimostra solo la propria rozza ignoranza costituzionale, ma si scaglia in modo irresponsabile contro l’equilibro democratico dei poteri su cui si regge la nostra democrazia. Non c’è solo da ricordare – proseguono – il dettato dell’articolo 92 ma anche la lettera e il senso dell’articolo 1 che assegna la sovranità al popolo nelle forme e nei limiti della Costituzione. Il bilanciamento dei poteri e, in questo, il ruolo di controllo del Presidente della Repubblica sono una garanzia fondamentale del pieno svolgimento della democrazia nel nostro Paese. Era pieno diritto di Mattarella dire la sua sui ministri e soprattutto impedire che fuori dal cosiddetto ‘contratto’ e dai programmi delle single forze politiche si inserisse nel quadro del governo in un ruolo chiave una figura che puntava alla fuoriuscita dall’Euro e alla rottura della solidarietà europea, con gravi rischi per gli interessi passivi del nostro debito e per tutti i cittadini risparmiatori. Mattarella ha difeso l’interesse nazionale del Paese“.
Ancora, il comunicato termina con un affondo al leader della Lega: “A Salvini del resto interessava solo divincolarsi dalla responsabilità del Governo. Non solo perché governare e parlare a vanvera sono cose incompatibili, ma perché avrebbe dovuto dimostrare concretamente agli italiani come si fanno a realizzare spese per 150 miliari l’anno a fronte di 500 milioni di coperture. Insomma avrebbe dovuto dimostrare al popolo italiano come fosse un raccontatole di balle seriali. Di Maio crediamo non abbia inteso ancora adesso cosa stia succedendo. Ora tutti i cittadini democratici devono dare un segno concreto di attaccamento alla Costituzione. Noi stamattina lo facciamo andando davanti alla Prefettura. Ma sarà una battaglia culturale di lunga lena a difesa delle istituzioni democratiche. Nessuno si può sentire chiamato fuori“.