Genova – Seconda udienza, questa mattina, a Palazzo di Giustizia, per l’incidente probatorio necessario ad avviare il processo per il crollo di Ponte Morandi, costato la vita a 43 persone.
Presenti in aula i rappresentanti dei 71 indagati, quelli delle vittime e gli avvocati che analizzeranno, davanti al giudice Angela Nutini, le 500 pagine di perizia tecnica sulle cause del crollo del ponte.
In questa fase molto delicata, le parti si confrontano in una sorta di prosecuzione delle indagini poiché quanto emerge nel dibattito si trasforma in “prova” per la successiva parte del processo.
Gli avvocati degli imputati possono porre domande ai tecnici o proporre altre analisi e perizie.
Secondo la super perizia, lo ricordiamo, la causa scatenante del crollo del ponte, il 14 agosto del 2018, è stato il fenomeno di corrosione a cui è stata soggetta la parte sommitale del tirante lato Sud-lato Genova della pila 9 e “i momenti dei controlli e degli interventi manutentivi se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell’evento”. Un passaggio chiave per la responsabilità degli indagati poiché vede concordi i 4 periti incaricati dal Tribunale di Genova di esaminare i resti del Morandi.