Genova – I muri appena ripristinati della stazione di Pegli sono stati imbrattati dai soliti teppisti mascherati da tifosi che da mesi imperversano in città.
A denunciarlo i molti pendolari che ogni giorno frequentano la stazione e che avevano salutato con grande entusiasmo i lavori di ristrutturazione che hanno interessato lo scalo ferroviario. Un intervento, però, che non ha resistito molto alla barbarie di chi pensa che tifare una squadra di pallone significhi impunità per qualunque reato.
Le prime scritte sono apparse pochi giorni dopo la riapertura ma ora la situazione si sta facendo insostenibile per il “botta e risposta” tra teppisti mascherati da tifosi delle due squadre cittadine.
Ai proclami dei teppistelli seguaci di una maglia, seguono le “risposte” deliranti dei bulletti di quartiere che supportano l’altra squadra e, ad andarci di mezzo, nel disinteresse generale, sono i Cittadini che vorrebbero vivere in una città dove certe forme di delinquenza comune vengono perseguite e non tollerate in nome di una non meglio precisata “pace sociale”.
Il danno per la collettività è grande e la presenza delle telecamere, sbandierata come la soluzione a tutti i problemi di sicurezza, mostra in realtà tutti i suoi limiti visto che i teppisti continuano la loro miserabile “guerra tra bande” nell’assoluta impunità. Una guerra che la parte sana (e preponderante) della tifoseria cittadina di qualunque colore non esita a bollare come “criminale”.