La Liguria un tempo fu terra di grande produzione di agrumi e per diverso tempo mantenne questa tradizione legata a due frutti in particolare: il Pernambucco e il Chinotto.
Il primo pare arrivi addirittura da una regione del Brasile ed avrebbe viaggiato per nave, come bagaglio di un marinaio di Finale Ligure che viaggiò verso la colonia portoghese imbarcato tra l’equipaggio per poi tornare con qualche piantina di un agrume molto profumato di cui si era innamorato durante il viaggio.
La leggenda racconta che, una volta giunto in Liguria, nel paese natio, ha piantato gli alberelli dando vita alla produzione dando al frutto il nome della regione brasiliana da dove proverrebbe.
Di certo gli scambi commerciali tra Genova e il Brasile erano fiorenti e spesso riguardavano carichi di legname ed è quindi possibile che il pernambucco abbia davvero fatto parte di un bagaglio di qualche navigatore.
L’agrume divenne anche molto “prezioso” visto che era possibile farne “marmellate” che venivano conservate nei barili per essere usate come riserva di vitamine per i marinai che facevano lunghi viaggi con l’incubo dello scorbuto, un malanno che colpisce soprattutto chi non poteva consumare per lungo tempo frutta e verdura fresca.
Ovviamente questa “scoperta” è stata trasformata dagli abilissimi commercianti liguri anche in una fonte di guadagno e sino alla fine del XVIII secolo la coltivazione e l’esportazione di questi frutti preziosi aveva un notevole peso per la Repubblica di Genova, che li commerciava con il nord Europa.
Secondo l’antica ricetta gli agrumi, raccolti ancora acerbi, venivano cotti in una sorta di melassa ottenuta miscelando zucchero, spezie e il loro stesso succo. Questa specie di confettura, probabilmente antenata della frutta candita, veniva venduta proprio alle marinerie.
Secondo alcuni studiosi la ricetta arriverebbe dal medio-oriente e rapporti con quelle zone potrebbero confermare l’ipotesi.
Oggi la produzione di Pernambucco è limitatissima e circoscritta praticamente solo al finalese dove è possibile trovare anche marmellate prodotte con i suoi frutti. Una vera e propria finestra sui sapori di tempi molto antichi.