Genova – Una trentina di posti di lavoro a rischio, all’ospedale Gaslini per i lavoratori precari ed un appello alla Regione Liguria perché intervenga.
E’ stato dichiarato lo stato di agitazione, all’ospedale eccellenza della medicina pediatrica e al termine dell’assemblea tenuta oggi i sindacati di Nidil Cgil Genova, Felsa Cisl Liguria e Uiltemp Liguria hanno prorogato lo stato di agitazione per i lavoratori somministrati dell’ospedale.
Il percorso di stabilizzazione per gli operatori sanitari previsto anche per i meriti guadagnati sul campo durante la pandemia è infatti ostacolato dalla legge 14/2023, che di fatto esclude i lavoratori precari dal percorso. Una problematica nazionale, ma che in questo ospedale rischia di lasciare a casa una trentina di lavoratori.
“È inaccettabile che a distanza ormai di molti mesi dalle norme stabilite dal governo per tutelare gli operatori della sanità, ancora alcuni lavoratori vengano discriminati solo perché in somministrazione – commentano Emanuela Traverso, Sergio Tabò e Roberta Cavicchioli, rispettivamente segretari di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp – il Gaslini ha già annunciato una serie di assunzioni tra Oss e amministrativi, è assurdo che in questo percorso non ci sia spazio per chi ha già da mesi contribuito al funzionamento dell’ospedale e attende un diritto ottenuto con fatica e spirito di sacrificio”.
È evidente – proseguono i sindacati – che anche la Regione Liguria faccia figli e figliastri quando si tratta di stabilizzare: con una delibera ad hoc ha giustamente permesso anche ai collaboratori continuativi che avevano affrontato i mesi della pandemia di accedere al percorso di stabilizzazione previsto dalla legge per gli operatori sanitari. Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente con le istituzioni regionali: nel frattempo, per sensibilizzare la cittadinanza e la stampa, il 31 maggio porteremo in piazza De Ferrari i lavoratori con tanta rabbia e una richiesta precisa. Essere lavoratori “atipici” non significa essere dimenticati” concludono.