«Fiaip sarà costruttivamente presente presentando le proprie considerazioni con l’obiettivo, non solo di evitare che le indicazioni europee possano nuocere al mercato immobiliare ora in espansione, ma, al contrario, intervenire affinché le stesse possano renderlo ancora più dinamico». Per Fabio Becchi, presidente provinciale di Fiaip Savona ci sono ancora margini per correggere le imposizioni arrivate dall’Europa per una vicenda che ha sollevato dubbi e preoccupazioni in Riviera dove la situazione è diversa dalle grandi città.
«L’elemento più importante – ricorda Becchi – è che sono stati completamente rimossi dal testo le “classi energetiche minime da raggiungere” per gli edifici entro tempi stringenti perciò, nessun obbligo per le famiglie italiane di efficientare le proprie case a stretto giro. Questo – afferma Becchi in linea con quanto affermato dal presidente Gian Battista Baccarini – è indubbiamente un aspetto che non va sottovalutato perché dà buoni spazi di manovra. Al tempo stesso è previsto, l’impegno di ridurre del 16% i consumi energetici entro il 2030, e del 20-22% entro il 2035 per arrivare nel 2050 alle zero emissioni».
Gli obiettivi da raggiungere andranno di pari passo ai piani messi a punto dal Governo. «Si avrà la possibilità di stabilire un proprio crono-programma intermedio e piani nazionali di ristrutturazione edilizia, con indicatori di progresso misurabili», precisa lo stesso Becchi. Il calendario per arrivare al passaporto green prevede dal 2028, gli edifici pubblici e, dal 2030 anche quelli residenziali “privati”, di nuova costruzione che dovranno essere a emissioni zero; per tutti gli edifici nuovi varrà l’obbligo di avere impianti fotovoltaici; dal 2040 scatterà il divieto di installare nuove caldaie a gas. Dal prossimo anno non saranno più ammesse agevolazioni fiscali per gli impianti di riscaldamento di base, ma solo per gli ibridi, ossia quelli che associano alla caldaia a condensazione a gas una pompa di calore che garantisce l’abbattimento dei consumi. Inoltre è possibile esentare gli edifici agricoli, quelli storici per il loro speciale valore architettonico, le chiese e i luoghi di culto, gli edifici dedicati a scopi di difesa o ancora le case indipendenti entro i 50 mq e le seconde case abitate per non più di quattro mesi all’anno.
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