Genova – “Quanto costa rimuovere le alghe dal porticciolo di Nervi?”. A domandarselo, a poche ore dall’ennesimo “insabbiamento” del nuovo contestato porticciolo nato al posto della piscina, i residenti che temono che la progettazione della nuova struttura non abbia preso nella dovuta considerazione i tanti moniti lanciati all’epoca della presentazione del progetto, da parte dei pescatori della zona, profondi conoscitori di correnti e moto ondoso.
“Ancora una volta – spiega Serena Finocchio, consigliere del PD al Municipio Levante – il porticciolo di Nervi si ritrova sommerso dalla posidonia oceanica che, come previsto dai vecchi pescatori, riempie ciclicamente e sempre più spesso l’ansa creata dalla nuova costruzione”.
“Ci domandiamo – prosegue la consigliera – e più volte abbiamo chiesto delucidazioni sulla rimozione di tutta quella massa di materiale considerato come un rifiuto speciale. Mentre il Municipio Levante continua a non sembra essere interessato a quanti soldi pubblici vengano spese per la rimozione delle stesse, si possono trovare i documenti delle gare di appalto sul sito di Amiu. In questa delibera si ritrova il costo di 58.000 € per il servizio di rimozione mentre il costo dello smaltimento è stato fissato a 160 euro per ogni tonnellata di materiale rimosso”.
Non è chiaro quale sia, dunque, la spesa per ogni intervento considerando che sul sito di Amiu si parla di una rimozione puntuale risalente a gennaio 2024.
“Ci domandiamo – conclude Serena Finocchio – come sia possibile che nessuno abbia previsto in fase progettuale il problema della Posidonia che ha proprio nella zona di Nervi una delle “praterie” più rigogliose, a conferma della qualità dei fondali. Eppure era sotto gli occhi di tutti che la stessa si depositava già sulla spiaggia e creando un porticciolo quasi chiuso senza un ricircolo d’acqua non avrebbe dovuto essere complicat capire che ci sarebbe stato un ristagno della pianta ed un suo accumulo”.
A rendere più complicate le cose la nuova massicciata è stata posta davanti al molo e che sembra aver chiuso ancora di più i flussi d’acqua che permettevano i flussi di entrata ed uscita delle correnti ed un ricambio che consentiva un minimo di pulizia.
Il timore delle associazioni ambientaliste è che, invece, si sta pensando di costruire una diga soffolta, usando massi e scogli, davanti alla struttura privata della Marinella, sulla passeggiata Anita Garibaldi, per proteggere la scogliera ma con i rischio di devastare la prateria di posidonia che proprio in quella zona raggiunge il massimo vigore rappresentando una vera e propria nursery per decine di specie di pesci e altri piccoli animali marini. Un equilibrio non a caso difeso e tutelato in tutta Europa con speciali progetti di conservazione e ripopolamento.