TechnisubGenova – La trattativa per la cessione del polo produttivo di Technisub ad un gruppo del sud -est asiatico è fallita e tornano cupi scenari per il personale.
Nella giornata odierna si è svolto presso Confindustria di Genova l’atteso e delicato incontro tra la Technisub, le organizzazioni sindacali e la rsu di stabilimento, per fare il punto sugli scenari riguardanti la decisione del gruppo francese Aqualung, proprietario del marchio storico della subacquea italiana, di trasferire la produzione in Inghilterra. Una eventualità contro cui si sono schierati i 45 dipendenti, che di fatto dovrebbero trasferirsi all’estero per continuare a lavorare.
Sul tavolo della trattativa anche la possibilità che un gruppo del settore, operante nel sud-est asiatico, potesse essere interessato a rilevare lo stabilimento.
Trattativa che, è stato comunicato oggi, sarebbe tramontata.
Cresce pertanto la preoccupazione dei 45 dipendenti della Technisub. L’azienda è nata a Genova nel 1962 ed è uno storico marchio di attrezzatture subacquee con un ottimo andamento di mercato e sembra impossibile che la casa madre Aqualung intenda “delocalizzare” mettendo in crisi tutti i dipendenti.
Di fronte a questo fatto che sancisce la chiusura di Technisub, si aprono scenari foschi per i lavoratori e le loro famiglie.
In una nota la Fiom Cgil scrive che “come organizzazione sindacale non accetteremo mai che una ristrutturazione aziendale dovuta esclusivamente alle scelte scellerate del gruppo dirigente della controllata francese Aqualung, siano pagate dai lavoratori con la perdita del lavoro e del salario. Per questo motivo l’assemblea dei lavoratori convocata per domani deciderà le prossime iniziative di lotta.
Genova non può permettersi di perdere l’ennesima eccellenza industriale: occorre che tutta la città si stringa intorno ai lavoratori della Technisub”.

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