Vespa velutina nido CogornoChiavari – Un probabile nido di vespa velutina, il cosiddetto calabrone asiatico, su un albero del giardino della scuola elementare Mazzini in via principessa Mafalda. La segnalazione è stata lanciata da alcuni genitori dei bambini che hanno notato una strada forma rotondeggiante, di colore marroncino, che pende ad una decina di metri di altezza su un albero di pino.
Una presenza che preoccupa molto i familiari dei bambini che frequentano la scuola e che avrebbe già fatto scattare il divieto di uscire nel cortile per i piccoli studenti.
I genitori degli studenti sperano che il nido venga rimosso al più presto ma qui iniziano i “problemi” perché, a dover intervenire sono le speciali squadre dei volontari autorizzati dalla Regione Liguria che ha affidato al parco naturale delle alpi liguri, con sede a Imperia, l coordinamento della raccolta delle segnalazioni (salasituazione@parcoregionalealpiliguri.it) e l’organizzazione degli interventi di rimozione che sono attualmente affidati a volontari che, a loro spese e con un risarcimento di poche decine di euro, devono essere dotati di speciali tute del costo di circa 800 euro e di una asta in materiale speciale, in grado di arrivare sino ad una ventina di metri, e del costo di circa 5-6mila euro.
Una battaglia, insomma, che difficilmente può essere vinta, considerando che da ogni nido, proprio in questo periodo, potranno nascere centinaia di nuove regine, pronte ad invernarsi per superare la stagione fredda, per poi fondare altrettanti nuovi nidi e colonie, con il ritorno della bella stagione.
La scuola risulta aver già segnalato la preoccupante presenza al Comune ma ora scatta il conto alla rovescia per l’eliminazione del nido, sia per proteggere la sicurezza dei bambini – in ogni nido possono esserci diverse migliaia di vespe molto aggressive e potenzialmente letali – e sia quella degli allevamenti di apicoltori e, non ultimo, quella della biodiverità visto che la vespa velutina stermina tutti gli insetti impollinatori con pesanti ripercussioni anche sull’agricoltura.
Purtroppo la lotta alla vespa velutina si combatte con armi spuntate e, ad essere impegnati sono soprattutto gli apicoltori, erroneamente considerati gli unici ad avere problemi con le vespe arrivate dalla Francia ed originariamente dall’Asia.
L’espansione del pericoloso insetto (ogni anno si registrano decessi in Francia, e non solo di persone allergiche) è costante ed è affrontata con pochi mezzi e scarsissime risorse messe a disposizione dalla Regione Liguria dopo la chiusura del programma europeo Stop Velutina che poteva vantare finanziamenti europei da milioni di euro.

Come detto è particolarmente importante, in questo periodo, segnalare la presenza dei nidi, anche sospetti, contattando le associazioni degli apicoltori (AlpaMiele, ApiLiguria)
o la pagina Facebook, Vespa Velutina provincia di Genova

Vespa velutina vigili fuoco Sestri Levante

Uno sguardo agli alberi, specie in questa stagione, in città come lungo i sentieri, può contribuire ad individuare nidi che devono essere rimossi al più presto, prima che riescano ad ultimare il loro “ciclo vitale” diffondendo nell’ambiente centinaia di altre regione pronte a fondare nuove colonie in un circolo vizioso che avrà pesanti ripercussioni nel futuro, sia sotto il profilo della sicurezza (vengono trovati nidi nei centri abitati) che della biodiversità, con la distruzione di allevamenti di api di cui la vespa velutina va ghiotta.
Recentemente, poi, sono stati evidenziati crescenti problemi alle coltivazioni di uva da vino da parte del calabrone asiatico poiché il contenuto zuccherino degli acini dell’uva, attira gli esemplari adulti della vespa che si nutrono, appunto, di sostanze dolci e contenenti zuccheri. Un motivo in più per spingere sull’acceleratore della lotta all’invasione e per chiedere alla Regione Liguria di aumentare i fondi destinati alla battaglia ma anche per la creazione di squadre di professionisti che intervengono in modo capillare e puntuale senza lasciare l’ingrato e complesso compito solo alla buona volontà e all’altruismo dei volontari.

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