Genova – Proseguono le chiusure di uffici postali in città e il vice sindaco Pietro Piciocchi esprime “grave preoccupazione” per le decisioni che, tra l’altro, vengono prese senza interpellare la civica amministrazione. Il “facente funzioni di sindaco” esprime tutta la sua perplessità e disappunto attraverso i social e lo fa oggi con un lungo post
“Non posso nascondere una grave preoccupazione – scrive Piciocchi su Facebook – legata al fatto, segnalato anche nell’ultimo Consiglio comunale, della progressiva chiusura di molti uffici postali sul nostro territorio”.
“Tutti – spiega ancora Piciocchi nel lungo post – abbiamo fatto esperienza del significato di presidio sociale, oltreché di servizio alla persona, che rivestono gli uffici postali: io stesso, nella mia attività legale, li ho frequentati per anni quasi quotidianamente, vi ho conosciuto e sono diventato amico di molte persone.
Certo, tutti noi vi abbiamo fatto molte code e perso anche tempo, però quelli erano anche momenti in cui si socializzava, magari nel mugugno, ma era pur sempre uno stare insieme, un condividere un’esperienza.
Era anche un modo per fare incontrare generazioni diverse nel corso di quelle attese.
Se vogliamo, inoltre, c’è anche un che di romantico nel pensare a cosa hanno significato le poste che hanno unito il Paese in momenti difficili della storia.
Chi di noi non si è imbattuto in qualche corrispondenza dei propri genitori, nonni, e magari bisnonni, che, solo grazie alle poste, potevano condividere le loro emozioni e i loro sentimenti?
A me è capitato anche recentemente di leggere lettere dei tempi di guerra e ne sono restato molto colpito!”.
“Ora, capisco che il mondo sta cambiando e che quello delle comunicazioni è l’ambito che certamente ha subito più stravolgimenti – prosegue ancora Piciocchi – ma una società in mano pubblica, come Poste Italiane, dovrebbe considerare, oltre all’aspetto del profitto, anche quello della responsabilità sociale che ha nei confronti del territorio.
Le poste, un po’ come le stazioni dei carabinieri, per molti anni sono state un orgoglio del Paese con un’articolazione territoriale così capillare che ti dava sicurezza. Ora non possiamo restare passivi davanti al progressivo depauperamento di questo patrimonio.
Questo è il motivo per cui, nel mio nuovo ruolo, ho deciso di convocare immediatamente l’Amministratore delegato di Poste Italiane, insieme ai responsabili territoriali, per conoscere i programmi che hanno sul futuro degli uffici, che non possiamo certamente apprendere dai giornali, e per manifestare tutto il nostro disappunto su questa politica.
E anche per capire meglio cosa possiamo fare per evitarla. Il tema è molto importante e tornerò sull’argomento”.