Nada Cella omicidio ChiavariGenova – Prosegue a Palazzo di Giustizia il processo per l’omicidio di Nada Cella, la ragazza trucidata nell’ufficio di Chiavari dove lavorava nel maggio del 1996 ed il cui delitto è rimasto di fatto senza un colpevole per quasi 30 anni. I giudici ascoltano i testimoni dell’epoca ed emergono altre clamorose carenze nelle indagini effettuate all’epoca dei fatti come la mancata verifica di possibile presenza di sangue nelle condotte di scarico di wc e lavandino del bagno dell’ufficio. L’assassino potrebbe infatti essersi ferito nell’aggressione alla vittima e potrebbe essersi ripulito lasciando tracce ma all’epoca, secondo quanto ricostruito, nessuno effettuò queste verifiche mentre emerge che testimoni – in particolare una vicina di casa dell’ufficio del commercialista Soracco, indagato con la madre per falsa testimonianza ed intralcio alle indagini – ricordava di aver sentito scorrere l’acqua nel bagno “incriminato” prima dell’arrivo dei soccorsi e degli inquirenti. Qualcuno, quindi, avrebbe lavato il bagno o comunque rimosso, in modo ragionato o per lo choc della situazione, elementi importanti per le indagini.
Oggi il rilievo delle eventuali tracce di sangue e materiali organici fa parte delle normali procedure ma non era così all’epoca dei fatti e i controlli erano “a discrezione” ma colpisce la sequenza di errori commessi in un caso grave di omicidio.
Errori come quello, già accertato, dell’assenza di coordinamento tra polizia e carabinieri sulle indagini, al punto che il ritrovamento, in casa dell’attuale indagata, di bottoni simili a quello ritrovato sul luogo del delitto, insanguinato e non appartenente a nessun indumento presente sul posto, non venne comunicato alla polizia che cercò per settimane ogni produttore ed ogni negoziante che potesse venderli, nel tentativo di risalire al proprietario di indumenti con quelle caratteristiche.
Il mancato controllo di presenza di tracce ematiche nel bagno potrebbe invece essere collegato alla pulizia dei locali e delle scale da parte della madre del commercialista Soracco, presso cui Nada Cella lavorava.
La donna, sotto choc per l’accaduto, aveva pulito la scena del delitto in una reazione che poteva essere verificata con più attenzione e che sarà impossibile in questo processo poiché la sua testimonianza quasi certamente sarà impossibile stante i 93 anni e uno stato di “alterazione” dovuta agli esiti di una grave polmonite, ma soprattutto per una specifica richiesta presentata dall’avvocato che difende Soracco e ala madre dall’accusa di falsa testimonianza e di intralcio alle indagini.
Sempre più arduo, quindi, stabilire una verità processuale su quanto avvenne quella terribile mattina di maggio 1996 e il rischio assai concreto che anche questo processo si concluda senza un colpevole per l’omicidio rimasto insoluto per quasi 30 anni.
——————————————————————————————————
Resta aggiornato con le Notizie della Liguria!
Iscriviti al canale Telegram di LiguriaOggi.it – https://t.me/liguriaoggi 
Iscriviti alla pagina Facebook – https://www.facebook.com/liguriaoggi
Iscriviti al canale whatsapp – https://whatsapp.com/channel/0029VaDKB3b4dTnRSuqpyH2f
Le notizie di LiguriaOggi.it viaggiano anche su Threads iscrivendosi gratuitamente qui: https://www.threads.net/@liguriaoggi.it?invite=0

Rispondi