Venezia – Arrivano a Venezia Mark Ruffalo e Stanley Tucci per la presentazione al fuori concorso di Venezia 72 del film “Il caso Spotlight”.
Dietro la macchina da presa si è seduto Tom McCarthy, regista, sceneggiatore e attore, che ha scelto di raccontare la storia vera di un gruppo di giornalisti del Boston Globe che scoprirono lo scandalo dei preti pedofili nel Massachusetts. L’indagine, partita nel 2002, l’anno seguente fece vincere al giornale il Premio Pulitzer e scatenò uno scandalo internazionale che mise in luce come migliaia di minori abbiano subito abusi da parte dei preti negli Stati Uniti ma anche in Australia, Canada e Irlanda.
Il sistema scoperto è rimasto uguale per trent’anni ed il gruppo di giornalisti riuscì a raccogliere prove contro 70 preti. Il profilo dei ragazzi abusati coincideva sempre: famiglie povere, padri non presenti ed un forte disagio; quando le famiglie dei ragazzini denunciavano l’accaduto, il vescovo Law si accordava con loro per un rimborso, spostava il prete in un’altra parrocchia per poi rimetterlo al suo posto dopo poco tempo.
Un film incentrato sugli avvenimenti all’interno delle parrocchie ma soprattutto sul giornalismo investigativo che ha per protagonisti assoluti i membri del gruppo Spotlight del Boston Globe e che ha l’intento di celebrare il giornalismo vero che non ha perso credibilità.
Intervistato, Ruffalo si è detto in attesa dell’apertura di una discussione che permetta al Vaticano di acquistare credibilità, soprattutto dopo gli scandali degli ultimi anni.
Stanley Tucci, che nella pellicola interpreta l’avvocato delle vittime, ha elogiato l’operato di Papa Francesco e dalle sue parole si capisce che ripone in lui molta speranza: “Se qualcuno riuscirà a fermare gli abusi sarà Papa Francesco. E’ straordinario e per questo problema ha fatto quello che nessuno aveva mai fatto prima”.
Peccato per le assenze al Lido dei membri del cast Michael Keaton, Racel McAdams, Liev Schreiber e John Slattery.