Washington – I tecnici informatici dell’FBI hanno sbloccato l’iPhone e sono riusciti ad accedere ai dati conservati senza l’aiuto di Apple. Si è concluso con uno schiaffo il braccio di ferro tra le autorità americane e il colosso di Cupertino.
Dopo i ripetuti rifiuti di Apple a fornire la chiave di accesso ai dati riservati custoditi sugli iPhone, infatti, lo staff tecnico dell’FBI ha annunciato con un comunicato di aver “sbloccato” lo smartphone del killer accusato di aver ucciso 14 persone nell’attentato di San Bernardino.
Per farlo il dipartimento di Giustizia si sarebbe avvalso della consulenza informatica di “terze parti” rivelando quindi che la supposta sicurezza inviolabile di Apple non è affatto tale.
Una vera e propria umiliazione per Apple che aveva risposto all’FBI di non essere in possesso della “chiave” per l’accesso ai dati e di non poter quindi aiutare la Giustizia americana.
Apple si era poi opposta legalmente all’obbligo di fornire assistenza al Governo americano per sbloccare i dati riservati contenuti sull’iPhone del sospetto terrorista e i colossi dell’Informatica come Google e Facebook si erano schierati con la consorella di Cupertino in un vero e proprio “ammutinamento” contro la Giustizia e contro gli ovvi diritti-doveri di ogni azienda alla collaborazione con lo Stato per la lotta al crimine.
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