Genova – “Se ci sono casi di peste suina in Piemonte, in Liguria e ora nel Lazio vuol dire che si è già ampiamente diffusa. E una vera emergenza e servono misure radicali per fermare la diffusione del virus”. E’ il parere di Raffaele Nevi, vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera e responsabile del dipartimento Agricoltura del movimento azzurro.

Secondo Nevi “andrebbe ripresa l’attività venatoria e concessa la possibilità anche agli agricoltori di abbattere i cinghiali che devastano colture e che possono infettare i maiali d’allevamento”.

“Oggi i suini allevati allo stato semibrado godono di ampi spazi delimitati da recinzioni il più delle volte costituite da semplici nastri elettrificati – spiega Nevi – Servono reti elettrosaldate. Ma i singoli produttori agricoli o allevatori non possono permettersi di coprire le aree di pascolo in questo modo. Ecco perché serve l’intervento del governo”.

Secondo le stime dell’esponente di Forza Italia “per queste recinzioni (che comunque gli allevamenti intensivi in buona parte già hanno) servono all’incirca 250 milioni di euro. Cifra molto lontana da quella messa a disposizione fino adesso dal governo”.

“Uno dei rischi da scongiurare a tutti i costi – spiega Nevi – è il divieto di commercializzazione ed esportazione delle carni che potrebbe essere una delle conseguenze della diffusione massiva della peste nei suini. Al contempo, come diciamo da molto tempo, occorre mettere in piedi un piano serio di “controllo” della proliferazione della fauna selvatica, con particolare riferimento ai cinghiali, anche facendo norme speciali attraverso un apposito decreto”.