Genova – Prima udienza oggi, a Palazzo di Giustizia, per la causa che dovrà stabilire la eventuale ineleggibilità alla carica di Sindaco di Genova di Marco Bucci, attuale primo cittadino del capoluogo ligure. L’udienza si terrà alle 15,30 ed esaminerà la richiesta, firmata da 21 elettori tra i quali l’ex Rettore dell’Università di Genova Paolo Comanducci e e l’ex presidente della Corte dei Conti Ermete Bogetti, di valutare se il cittadino Marco Bucci, commissario straordinario per la ricostruzione del ponte sul Polcevera (ancora in carica e con opere in lavorazione) poteva candidarsi o meno alle nuove elezioni amministrative nelle quali è poi stato eletto.
Il tutto alla luce delle normative vigenti che, secondo i richiedenti (e non solo) vietano ad un Commissario di Governo di essere eletto nel territorio dove presta la sua opera. Secondo i ricorrenti, infatti, esisterebbero normative che vietano al “controllato” di essere anche il “controllore” e ad un cittadino che deve disporre di somme anche molto ingenti, di essere anche colui che ne “beneficia” in quanto amministratore della città.
A stabilirlo sarà la prima sezione del tribunale civile di Genova anche se la decisione non dovrebbe provocare significativi cambiamenti nella compagine che governa la città, almeno per il breve e medio periodo.
La difesa del sindaco Bucci, coordinata dallo studio legale del vice sindaco Piciocchi, è già intenzionata, infatti, a chiedere il cosddetto “vaglio costituzionale” alla Suprema Corte italiana, ovvero la valutazione dei giudici della Corte Costituzionale sulla eventuale non costituzionalità della norma.
In ogni caso, comunque, gli effetti – e l’eventuale decadenza dall’incarico di Sindaco – non avverrebbe prima della sentenza definitiva, al terzo grado di Giudizio come prevede la Giustizia italiana che riconosce l’imputato innocente sino alla sentenza definitiva.
Una sentenza contraria al sindaco Bucci, comunque, creerebbe comunque dei problemi all’attuale maggioranza e il rischio concreto che decisioni prese da qui in avanti dal sindaco possano essere “contestate” nel loro valore qualora la sentenza definitiva ne riconoscesse la decadenza dall’incarico anche a posteriori.
Oggi i giudici analizzeranno gli incartamenti e le richieste delle parti in causa e decideranno se il caso può essere accolto e poi discusso o se, invece, vada rigettato o, più facilmente, potrebbero chiedere il vaglio costituzionale lasciando ai giudici della corte suprema la responsabilità e la valutazione finale.
I giudici potrebbero anche decidere entro domani sul caso ed emettere un giudizio che, nel caso fosse negativo per il primo cittadino, porterebbe alla decadenza da Sindaco e da consigliere comunale, con tutto quello che ne deriverebbe e con la necessità di nuove elezioni a primavera. Ma la difesa di Bucci ricorrerebbe comunque in appello secondo quanto disposto dalle normative vigenti.
Gli avvocati del sindaco potrebbero anche e a loro volta decidere di sollevare l’eccezione della costituzionalità della norma chiedendo sempre alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sul fatto che la Legge assegna al tribunale civile e non a quello amministrativo la possibilità di decidere sulla materia.
Ovviamente esiste anche la possibilità che i giudici emettano una sentenza contro il ricorso e che respingano la richiesta di dichiarazione di ineleggibilità. In quel caso anche i ricorrenti avrebbero 30 giorni per presentare appello e la situazione resterebbe in una sorta di “stallo” sino al nuovo pronunciamento cui potrebbe seguirne un terzo.
Di certo una situazione di “imbarazzo” e di potenziale “paralisi” per le decisioni e le scelte del sindaco e della Giunta da lui nominata.
Uno stallo che era conosciuto al momento della candidatura, a legge già vigente, e che, sino a prova contraria o sino ad abrogazione della norma, resta una norma dello Stato italiano come ben chiarito in questo pronunciamento del Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali del Governo Italiano