Genova – “La destra oggi in Aula ha snocciolato una serie di panzane tali da far provare imbarazzo anche al più incallito dei bugiardi”. Così il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle commenta la discussione in aula della mozione di sfiducia presentata dall’Opposizione nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, indagato nell’inchiesta su presunte mazzette e favori che ha scatenato un terremoto giudiziario e politico in Liguria.
“Hanno dimostrato – ha spiegato il capogruppo Fabio Tosi – di non essere in grado o di non voler rispondere a una domanda importantissima: Toti ha governato con disciplina e onore? Ha amministrato avendo ben chiaro l’interesse pubblico o ha favorito l’interesse di parte? La risposta a queste domande per noi è NO e dunque ne va da sé che sosteniamo convintamente la mozione di sfiducia al presidente di Regione sospeso perché agli arresti domiciliari”.
“Le ricostruzioni fantasiose fatte oggi dal centrodestra fanno il paio con un’ipocrisia da record – continua Tosi con il collega di gruppo Paolo Ugolini -: davvero credono in quello che hanno detto o era l’ennesima messa in scena? Nel dubbio, ricordiamo alla maggioranza che i tagli operati da tutte le Giunte regionali d’Italia erano state imposte dal Governo Monti. Ricordo ai sostenitori del sospeso che la cosiddetta finanza creativa con annessa cartolarizzazione approvata prima di queste amministrazioni era stata condivisa e votata dal centrodestra allora all’opposizione. E ancora, ricordo alla maggioranza che le liste d’attesa sono diventate ingestibili sotto Toti, che per coprire i buchi ha sì versato nel sistema milioni di euro ma lo ha fatto a favore del privato e dunque a perdere. Incapaci qui in Liguria, incapaci a Roma, dove prendono in giro i cittadini erogando somme ridicole per far fronte allo scandalo delle liste di attesa nella sanità. Alla destra ricordo che gli anni del Covid sono stati affrontati senza che l’assessore alla Sanità Toti si degnasse di presenziare alle Commissioni competenti. Incapaci di dire la verità”.
“A questo punto, alla maggioranza chiediamo un sussulto di trasparenza: quanti di loro sapevano della condotta del presidente e del suo capo di gabinetto? E chi sapeva, approvava?”, concludono i pentastellati